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Così nella dura vita di quella popolazione montagnuola solo spiraglio d'ideale era la religione. Densi globi d'incenso salivano innanzi al tabernacolo d'argento. Cantavano il tantum ergo, inno di lode, dalle intonazioni gravi e melanconiche come tutti gli altri della chiesa.

Un Inno di omaggio al sultano Abdull-Medijd ed altri pezzi vocali e istrumentali, tra cui una notevolissima Cantata, La fidanzata del guerriero, compose il Mariani a Costantinopoli. Di questi pezzi, editi dal Ricordi, ed accolti assai favorevolmente dal pubblico, si fa menzione analitica nella Gazzetta Musicale dell'anno 1850.

Grido il saluto libero e fraterno, L’inno augural che avvince cuore a cuore, Inno di speme e di giustizia: eterno Come i mari e i deserti, Come i germi de’ solchi e lo splendore De’ glauchi cieli aperti. A Donna Emilia Peruzzi. Corsia di San Giuseppe, a destra, in fondo, Numero venti.

Alle osterie dove lo aspettavano i suoi balestrieri, beveva volentieri come un altro Passano. Amava classicamente il vino, pel colore, ancor più che non lo amasse pel sapore, quantunque al sapore non diniegasse giustizia. Al vino avrebbe fatto un inno in versi, se avesse avuto tempo, perchè in gioventù era stato poeta anche lui. Non potendo in versi, glielo faceva in prosa.

La flotta dei musici andò a farsi la comunione al Duomo dando luogo a diverse cantate o sinfonie» 11 luglio 1780: «flotta dei musici della Unione di S. Cecilia per il Cassaro»¹⁰⁷: donde il sospetto che non si tratti di una frottola poetica, ma di una frotta, di una moltitudine, di persone che andavano cantando un inno, una canzoncina.

E delle accolte, lagrimose madri Col tacit'inno pe' figliuoli amati Il secreto consuona inno de' padri; Sebbene i maschi petti ammaestrati Da esperïenza e fantasie più meste, Veggan su que' fanciulli or beati Minacciose adunarsi, atre tempeste.

E mentre gli agenti del tiranno, venuti ad assicurarsi de visu, non sono ancora a Paullo? Per fortuna, sono lontani quanto basta, per non sentir più la voce del pianoforte. Hai capito, Fiordispina? disse la signora Angelica. Ti si domanda di suonare. Fiordispina era di buonissimo umore. Corse alla tastiera e attaccò l'andante maestoso del bellissimo inno di Goffredo Mameli.

Se non che il Cristianesimo, nel quarto secolo, si era ormai tanto diffuso ed era così profondamente entrato nelle abitudini sociali che anche i suoi nemici dovevano seguirlo ed assumerne talvolta il linguaggio. Da qui, in Giuliano, una specie di ardore nella preghiera, come una fiamma mistica, che gli antichi non conoscevano. Il discorso sul Re Sole finisce con un inno. Giuliano si atteggia a devoto. Se si sente, nelle sue parole, qualche cosa di artifizioso, di scolastico, se non c’è l’estasi di Plotino che si sprofonda e si annega in Dio, se non c’è lo slancio di S. Agostino, vibrante dell’emozione di un’anima rapita in una divina contemplazione, c’è pur sempre un sentimento religioso più profondo di quello che animava i cultori del Politeismo. «Mi concedano gli dei di celebrare più volte le feste sacre, e me lo conceda il dio Sole, re dell’universo, lui, che, procede, da tutta eternit

Date queste premesse chiunque si sarebbe atteso, che l'oratore avrebbe conchiuso con un inno al governo e colla raccomandazione di lasciar correre tutto per la sua china, come pel passato. Nossignori! L'on. Nasi si dichiarò contrario al governo, non solo, ma stigmatizzando le infeconde lotte parlamentari profetizzò che il ritardo nel presentare opportuni rimedî porter

E tutti, con certe voci da birboni, che non le può immaginare all'infuori di chi l'abbia sentite, cominciarono il celebre inno di Rouget de l'Isle: Allons, enfants de la patrie, con quel che segue. Signori per carit