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Lascio immaginare la curiosit

E questi sono piaceri vivi, che scendono soavi al cuore, e vi lasciano traccie indelebili, sono piaceri che sorpassano di lunga quelli che si gustano al teatro, a un ballo, ad un festino, sono piaceri infine che non può immaginare se non chi ha moglie ed è padre di figli amorosi ed educati.

Il signor Francesco, alzato anch'egli per tempo, diede il buon viaggio al suo ospite. Ed anche il felice ritorno, come potrete immaginare, poichè queste cose si dicono sempre. Le signore non si erano presentate nel salotto, ma il conte Gino, come fu in sella, ebbe il piacere di vederle apparire sopra un terrazzo scoperto, a fianco della casa, e di mandar loro un rispettoso saluto.

Gisfredo vedendo che non correva tempo da immaginare scaltrezze, e che se alcuna cosa poteva condurlo a salvamento era la lealt

Lascio immaginare che rumore assordante di voci, di risa, di urli e poverine non si poteva fargliene carico se sfogavansi in quel momento della soggezione che loro imponeva una maestra vecchia, brontolona e severa.

«Il disordine dello spirito non era minore: non aveva più idee, più memoria; inetto a leggere due frasi; senza riflessione, senza inquietudine sulla sua sorte; non aveva altra sensazione che quella del dolore, la quale lo assaliva penosamente, ogni tre giorni almeno. Era un essere molto al di sotto del bruto, ed offriva in uno spettacolo, di cui è difficile immaginare tutto l'orrore.

Il castello capuano sembrava veramente dimora da Re: ma se per la mole appariva quale la creatura memore esser parte del Creatore può immaginare, per la sua fortezza era pur quale il tiranno nell'agonia della paura può eleggere: conciossiachè Guglielmo il Tristo della stirpe normanna a difesa della propria vita lo fabbricasse.

Raccontatela; non potete immaginare quanto m'interessate. Egli serbò il silenzio per un momento; come assorto nei suoi pensieri, poi mi domandò: Non avete mai udito nominare Arnoldo D.? Mi par di , risposi. È uno scrittore, se non mi sbaglio. Era, dovreste dire. È morto? chiesi io.

Massimo si rallegrò di sentirsi paragonato al diavolo e stava per portare la mano piccola e morbida di lei alle labbra, quando risuonò nella quiete dell'aria, e precisamente dal lato dov'era la stanza del malato, un grido straziante, che parve la voce di Ezio. Trasalirono entrambi, si mossero con quello spavento che si può immaginare e accorsero verso la stanza.

Non si può immaginare come questa processione variopinta, armata, luccicante, animava quella vallata solitaria, che spettacolo bizzarro e festoso presentava! Se in quel momento avessi avuto la virtù di pietrificarla in sull'atto, per poterla contemplare a mio comodo, non so se avrei resistito alla tentazione.