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«Perchè mi domandi questo?» «Vi ho chiesto, o illustrissimo, se ciò è ben vero?» «Verissimo.» «E siete anche certo che sia morta la pulzella?» «Certissimo.» «Ho il piacere di dirvi che siete in un grande errore.» «Si capisce che oggi non hai sofferta penuria di vino, e il cervello ti ha dato di volta

La grossa padrona fece da lontano un grazioso cenno del capo al Garasso; ed anche il tavoleggiante lo salutò, come si usa con le buone pratiche. Che cosa comanda! chiese il giovinotto. Ho da apparecchiare per due? Sicuramente, per due. Anzitutto del buon vino, e bada che non abbia ricevuto ancora il battesimo!

MASTICA. Son vivo per amor vostro, ché sarei morto di fame mille volte; e per farvi piacere starei un giorno intiero in tavola a mangiare sempre e mi beverei un baril di vino ad un fiato, se ben andassi a pericolo di scoppiare.

Le principali e più frequenti cause dei peccati di lussuria sono: 1. L'intemperanza nel mangiare e soprattutto nel bere. «Il vino è cosa lussuriosa e l'ubriachezza è turbolenta chiunque si diletter

Alla donna di servizio disse di fermarsi al villaggio per far le provviste più necessarie: legna, carbone, candele, pane, vino, carne, uova e burro; le raccomandò di far presto; intanto sarebbe andata avanti coi ragazzi ad aprire la casa.

E quale? Caricando i fusti del vino, poco anzi, se n'è rotto uno... e siccome il vino sparso è allegria... Per avventura la fiasca dello keres, dove si leggeva il numero tinto di bianco? Non vi si leggeva nulla; state tranquillo, e fiasca non era. Andiamo a vedere un po' dove si è rotto... Giù in cucina... Vi sar

Si chiamava Maria Maddalena, ed era la cortigiana di Mágdala, splendente in amore fra tutte le donne perdute, bella come la rosa che nasce nei fragranti giardini del Libano, l’intrisa di tutti i peccati, l’amica dei centurioni prepotenti, la danzatrice ignuda nei conviti ove rideva il buon vino delle vigne di Galaad, quella che diede il suo corpo al delirio di tutte le contaminazioni, la femmina bionda, coperta di gioielli abbaglianti come l’estate, la più soave di tutte le peccatrici, la fontana della bianca rugiada, il fiore della terra di Galil.

Tu ed io guarderemo tacendo il pallore dell’uomo che ti abbandonò. Vieni; le rose nascoste ancora fioriscono dai fragranti rosai; nostra è ancora la gioia del mondo; in noi sale scintillante la spuma del vino biondo; ridono, tremano, cantano gli archi dei pazzi violini... Non tutto è rinunzia e buia preghiera; se due sono le strade, forse la nostra è quella che passa nel cuore della vita.

Allora pensando alle visite reiterate del farmacista, sospettai che avessero qualche rapporto col fatto, e pregai l'organista a seguirmi per avere le prove delle mie asserzioni. Egli si rifiutava, ma io insistetti, e dopo d'aver bevuto un bicchiere di vino, ci recammo insieme alla farmacia. Il farmacista ci raccontò come era passata la storia.

Prego il Cielo che i maccheroni diventino strangulatori, e il vino foco. PEDANTE. Non vidi hominem di maggior pasto di minor fatica di te. CAPPIO. Ecco il Cerriglio; battete e vi sará aperto. LARDONE. Tic, toc, tic. TEDESCO. Chi battere le porte delle nostre ostellerie? PEDANTE. Tito Melio Strozzi gimnasiarca! TEDESCO. Non capire tante gente le nostre ostellerie.