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porsi ver’ lui le guance lagrimose; ivi mi fece tutto discoverto quel color che l’inferno mi nascose. Venimmo poi in sul lito diserto, che mai non vide navicar sue acque omo, che di tornar sia poscia esperto. Quivi mi cinse com’ altrui piacque: oh maraviglia! ché qual elli scelse l’umile pianta, cotal si rinacque subitamente l

Dopo tante lagrimose vicende fu cercato a qualche piet

ambo le mani in su l'erbetta sparte soavemente 'l mio maestro pose: ond'io, che fui accorto di sua arte, porsi ver' lui le guance lagrimose: ivi mi fece tutto discoverto quel color che l'inferno mi nascose. Venimmo poi in sul lito diserto, che mai non vide navicar sue acque omo, che di tornar sia poscia esperto.

ambo le mani in su l’erbetta sparte soavemente ’l mio maestro pose: ond’ io, che fui accorto di sua arte, porsi ver’ lui le guance lagrimose; ivi mi fece tutto discoverto quel color che l’inferno mi nascose. Venimmo poi in sul lito diserto, che mai non vide navicar sue acque omo, che di tornar sia poscia esperto.

Due disgrazie, una più terribile dell'altra, colpirono, tre anni fa, nel febbraio, il mio amico artista Totò Galiero. Morì improvvisamente un suo zio presso il quale Totò mangiava, beveva, e scriveva le sue poesie lagrimose, i suoi sonetti pieni d'anima, come dicono adesso, i suoi straziantissimi drammoni, brani d'un cuore esulcerato, ch'egli, con un sorriso amaro, gettava di volta in volta a quel cane del pubblico. E un male misterioso lo scoppio, a sentire i medici, d'una latente infermit

Ma pur le ciglia lagrimose e meste Portai mai sempre; e vaghe piaggie e liete Furonmi lassa a rimirar moleste, da' sonni notturni ebbi quiete; S'a te l'armi d'Amor son manifeste, O mai cadesti a l'invisibil rete, Non mi saprai negar, che non sia forte Di lontananza il duol come la morte.

porsi ver' lui le guance lagrimose: ivi mi fece tutto discoverto quel color che l'inferno mi nascose. Venimmo poi in sul lito diserto, che mai non vide navicar sue acque omo, che di tornar sia poscia esperto. Quivi mi cinse si` com'altrui piacque: oh maraviglia! che' qual elli scelse l'umile pianta, cotal si rinacque subitamente la` onde l'avelse. Purgatorio: Canto II

Lilla abbassò gli occhi, e due grosse lagrime le scesero per le guance sul petto. Orbene? chiese egli sommesso, ma con piglio riciso. Che debbo io dirvi? esclamò ella alzando al cielo le ciglia lagrimose. Che io possa vedere contenta mia figlia, non farla infelice per tutta la vita.... E lo giurate? incalzò Bonaventura.

E delle accolte, lagrimose madri Col tacit'inno pe' figliuoli amati Il secreto consuona inno de' padri; Sebbene i maschi petti ammaestrati Da esperïenza e fantasie più meste, Veggan su que' fanciulli or beati Minacciose adunarsi, atre tempeste.