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Aggiornato: 15 giugno 2025


Ogni spagnuolo accompagnava allora con la sua chitarra le semplici «coplas» d'un inno al valore; ogni madre insegnava alle sue fanciulle la storia d'un prode, secondo che l'aveva udita narrare da un qualche poeta. Anche la gentilezza dell'amore, anche la cortesia verso le donne somministrava materia a dilicate od a flebili melodie.

I cantori della cappella reale intuonarono il Tedeum, e ad essi fecero eco le voci di tutta quella gente adunata. Il maraviglioso inno Ambrosiano, vera elevazione delle anime a Dio creatore, a Dio consolatore, a Dio datore d’ogni bene, non fu mai cantato con tanta pienezza di gratitudine, con tanta commozione di cuore.

Sotto la terra, in grembo al mar sonante, Trasalivan dei secoli futuri I germi, a quella voce. Sciogliendo a l’aure il divo inno squillante L’universo abbracciava Egli coi puri Sguardi....

Andò dritto alla sua camera, rifiutando il servizio dei suoi famigliari. Il duca ritornò alla porta della camera di sua moglie. Poco dopo, tutti dormivano nella magione tranne lui ed Adriano forse! No, Vitaliana anch'ella vegliava. Non udite voi quella parole interrotte, quei sospiri che, come bianchi cherubini, volano verso Dio; quella solfa profumata, che è un inno alle penne d'oro?

Scintillio di colori, di luce, di profumo, di forme squisite e strane, di quegli uccelli vegetali della stufa; tutto ciò, di unita ad un sentimento di delizie voluttuoso e misterioso, faceva irruzione nel salottino di Vitaliana ed incarnava un inno a Dio. Tutto quivi respirava la felicit

Scriveva, nel 1878, uno dei nostri più insigni, Agostino Bertani: «Noi, generazione cospiratrice e rivoluzionaria, vittoriosa per la fede nell'ideale di un'Italia redenta, scendiamo a giorni affrettati nel sepolcro, ravvolti nelle bandiere rivendicate; e con noi scompare un'epoca, un insegnamento, e si perdono nel passato le ultime note di un inno, che la storia innalzer

Camminavano sopra sentieri appena tracciati sull'erba dei prati; le farfalle, gli uccelli, le piante, li guardavano attoniti, e quante creature avevano un movimento s'inchinavano a salutarli, e quante avevano una voce intonavano un inno.

La presenza di sua cugina in casa sua, dopo la dichiarazione senza equivoco del suo amore, cui le aveva deposta sulle labbra, indicava ch'egli era forse più complice che colpevole. In ogni caso, la speranza intonava nel suo cuore un inno di trionfo.

No, no; voi non dovete morire... Io sono vecchio; ho fatto molto cammino... e ormai sono stanco, figliuola... In quel punto, dal vicino sagrato, frammisto al mormorio delle fronde e al vario e acuto frastuono d'una miriade di grilli cantaiuoli, giunse fino al loro orecchio una pia cantilena; un inno grave, melanconico, dolcissimo.

Fattasi al balcone, soprastette a considerare il firmamento, e sospirò; quindi rivolta alla damigella che le stava al fianco fece suonare una voce, quale certamente si diffonde quella di Eloa, l'angiolo che canta lo inno dei cieli innanzi al trono di Jehova.¹ ¹ Klopstock, Messiade «Vedi, Gismonda, come esulta il firmamento!

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