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Nasi e Saporito, che ai Fasci e ai sobillatori li attribuirono; ma il loro era naturalmente il parere dell'on. Crispi, che fu pure combattuto da uno dei suoi più fedeli amici politici, dall'on. Di Sant'Onofrio. Più equanimi vollero mostrarsi gli on. Filì-Astolfone e Di San Giuliano che dei moti trovarono la ragione parte nelle cause precedentemente esposte e parte nell'azione dei Fasci.

Ma il re non ebbe tempo di compiere la frase, perocchè il ministro, che aveva preparato il suo gran colpo di effetto, fece alzare le cortine di seta che dividevano la sala dal vestibolo e uno strano spettacolo si presentò agli sguardi del principe. Erano uomini? Erano rinoceronti? Erano elefanti? Ciò di cui nessuno avrebbe potuto dubitare gli è che fossero nasi.

Fortunatamente, concluse l'oratore, Iddio mi ha messo al fianco un uomo di genio, uno di quei ministri che sono la benedizione dei principi e degli stati. Il suo stratagemma era semplicissimo: «Chiamate intorno a voi i più grandi nasi del regno, formatevi una corte di nasi, che in lunghezza, grossezza e capacit

Secondo l'on. Nasi in Sicilia non c'era fame, vi erano minori che altrove le sofferenze economiche, il salario non era inferiore di altrove, il lavoro delle miniere di zolfo non era più duro che altrove, le amministrazioni comunali non andavano più male che altrove, il dazio sulla farina non aveva influenza prevalente ed uguale sul prezzo del pane; il governo non aveva le responsabilit

La vista di quei nasi inverosimili parve affascinarla. Stette.... guardò.... ammirò.... fu sul punto di cadere in deliquio. Poi, volgendosi improvvisamente al marito tuttora assorto nello strano spettacolo. Piperino mio! gli disse con amabile civetteria se all'arrivo del re di Citrulia non trovi la maniera di allungarti quattro dita quel tuo gramo nasicciuolo da miccio, in verit

Ritratto non ne faremo, perchè non si capisce mai niente in questa descrizione di bocche e di nasi, che è il forte di certi romanzieri; o piuttosto lo faremo a spizzico, quando ci venga in taglio di accennare a questi particolari. Era di capel bruno, di statura giusta, pallido, con due occhi affondati e grandi come quelli di sua madre.

Il re pareva assorto in un'estasi di contemplazione, e non dava risposta. Frattanto i ventiquattro nasi, sotto il comando del loro capitano, eseguivano delle evoluzioni bizzarrissime per le quali tratto tratto veniva intercettata la luce delle finestre. La regina entrò nella sala inosservata.

La nota discordante non mancò, però, e venne portata alla Camera dagli on. Saporito-Ricca e Nasi.

Il naso, quello , era poco perfetto: un piccolo nasetto rivolto in su, ma vi dirò: i nasi aquilini e forti delle nostre donne, con sopra le dense corrusche ciglia nere, spesso congiunte, che sono così caratteristiche fra noi, mi spiacevano tanto al confronto che mi chiamavano in mente il becco delle civette e le ciglia dei bachi da seta. Parlavate della Polonia?

Le teste sono deformi, i volti son musi, i nasi son becchi, le schiene son groppe, le mani son zampe, gli atteggiamenti sono contorsioni, le risa sono smorfie di maschere; sono personaggi, infine, dei quali non si può trovare un'immagine che dentro i vasi dei gabinetti anatomici o nelle caricature animalesche del Grandville.