United States or Italy ? Vote for the TOP Country of the Week !


Serve ora di caserma ai doganieri ed anzi uno di questi appena ci scorse, scese le scale e venne a salutare i pescatori che ben conosceva, ed a verificare il loro passaporto. Lasciai i marinari sulla spiaggia e con la mia guida mi avviai verso San Felice. La posizione del villaggio e la piccola via che vi conduce mi hanno ricordato Capri.

Un giorno, incontrai un compagno d'infanzia che non stentai molto a riconoscere. Questa scoperta mi riempi di soddisfazione, e come l'amico mi aveva pregato di andarlo a trovare, mi avviai verso la sua casa. Aggirandomi per quelle viuzze strette, in salita, dove, ragazzo, avevo tanto trottato, provavo una tenerezza, una contentezza, che assaporavo deliziosamente, senza scoprirne la ragione. Come feci a rintracciare la strada? Non lo so; io andavo, andavo, senza pensare alla meta, ma sicuro di non mancarla.... Quando mi trovai nella via in cui abitava l'amico, quando finalmente alzai gli occhi alla sua casa, quello stato d'animo si fece più intenso. Che cosa mi dicevano quelle mura? Niente, non sapevo dirlo; ma mi pareva che la Serenit

Volevo però vederla, foss'anche da lontano, quando partiva, e mi tenni nei pressi della stazione fino all'ora della corsa. Arrivarono omnibus, vettore e pedoni; non vidi miss Yves. Giunto il treno di Monaco, mi avviai a piedi verso Eichstätt per la strada maestra. Non incontrai nessuno; non sapevo che pensare.

Esatto più di un'impiegato il giorno della riscossione della paga, lasciai la trattoria e mi avviai, pian pianino, in via Grande esaminando distrattamente il bello spettacolo che mi si offriva davanti e le nuvolette grigiastre che mi uscivano di bocca a causa del sigaro.

Quando mi trovai vestito, attilato, serrato, come in una morsa, dalle cinture di quell'abito tutto ornato di lamine di metallo e di perle, avendo chiesto dell'ora fissata pel giudizio pubblico, e avendo osservato nel mio orologio, (un vecchio orologio di Ginevra che aveva avuto cura di regolare sul meridiano di Potikoros) che vi mancava una buona mezz'ora, chiesi di essere condotto al mio serraglio; e mi vi avviai in mezzo alle persone del mio seguito, parte delle quali mi precedevano agitando dei grossi ventagli di piume, e parte recando con alcuni di quegli incensieri che aveva gi

Io presi pretesto da tutte queste lamentazioni, per restituire la chiave, uscii, senza ascoltare scusa veruna, disbrigate in fretta e furia le mie faccenduole mi avviai, diritto come un fuso, alla stazione, ed aspettando il magico fischio che doveva annunziarmi la partenza dalla moribonda capitale del felicissimo regno degli analfabeti, mi rincantucciai in un vagone.

E di nuovo, mi sentivo invadere da quello stupore, da quella ineffabile compiacenza che avevo provato trovando Fausta nel giardinetto con quel mucchio di rose davanti. Scattai da sedere e mi avviai verso di lei, quasi accorressi a un suo appello. Al rumore dei miei passi su l'arena del viale, ella si voltò con un incerto sorriso su le labbra, e una timida interrogazione nello sguardo.

Attesi: Quando fu notte alta, vidi fra le ballerine apparire la servetta della mia signora polacca a cui la frase, vergognati con gli occhi fuori della testa, non produceva alcun effetto morale. La Polonia, dunque, era sola in casa. Allora mi avviai, ed ero ben risoluto: il cancelletto era aperto e la sabbia del viale non produceva alcun rumore. Povera e buona signora!

Sicchè senza aspettare che i vecchi si risvegliassero, per dar loro il buon giorno, siccome ero solito fare fin dall'infanzia, presi il cappello e i miei ferri e mi avviai verso i pascoli di Gervasio, dopo aver raccomandato a Gina di non porre piede fuori dell'uscio, promettendole poi che sarei stato di ritorno al più presto.

Partì subito con un ragazzo che le portava uno sgabello, un ombrello e un album. Il cameriere mi disse che andava a dipingere e che il ragazzo doveva accompagnarla alla chiesa di S. Nazaro. Ero ben risoluto, comunque lei l'intendesse, di parlarle; mezz'ora dopo mi avviai alla volta di S. Nazaro.