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Cospetto! per allevare una nidiata di topicini, per spendere tre volte il doppio d'adesso... ah, scusate, Zaeli, non avete risorse che mi vadano a genio. L'avvocato sorrise e, chinando un po' gli occhi con fina ed onesta intenzione di celia, disse fingendo imbarazzo: Prenda moglie lei, dottore! Poi levò gli occhi meravigliato di non udire uno scoppio.

Bene; ripigliò il padre Prospero; eccomi dunque a prendere la mia parte. Scusate; replicò quell'altro; si tratta di gravi faccende; e voi... siete ancora novizio. Il padre Prospero fu colpito da quella osservazione, altrettanto giudiziosa quanto inaspettata. È vero, perbacco! diss'egli. Sono ancora novizio e non ho voce in capitolo. Vuol dire che non ci sar

'Onn'Amá, ccá sta Cristina... Addo' sta? Aspettate, embe'?... Vuie ll'avite pigliá c' 'o buono... Iammo... asciuttateve st'uocchie... Addo' sta?... Sta ccá fora, 'o puntone... 'A pozzo chiammá? ... chiammatela... Psst!... Bella figlió!... Trasite!... Bonasera. Donn'Amalia si volta lentamente e la guarda. Assettateve... Mme n'aggia i', scusate, aggio che fa.

Sandro, sempre bell'uomo, sempre svelto e imponente, si avanzò verso il vecchio e guardandolo bene in faccia, con fare asciutto, ma senza collera disse: Noi andiamo a letto; abbiamo lavorato, siamo stanchi; e io devo chiudere il cancello; scusate, veh!... Ritornerete un altro giorno, a un'ora più comoda... E mentre parlava cercava di spingere il vecchio fuori del cortile.

Scusate, Falamonica, non l'ho fatto a posta; disse il Maso umilmente. Eh, non ci mancherebbe altro che tu l'avessi fatto a posta! replicò il Falamonica, che così avea nome il paggio. Va l

Signorina Marangi, disse Milia scusate tanto se vi disturbo. Io vado per una commissione e lascio sola la mia signorina. Mi volete dare occhio alla porta? La Marangi levò il capo. Rispose: Va bene. Si rimise a scrivere. S'udì lo sbattere della porta e Milia scese le scale, canticchiando. Era così alto il silenzio che la Marangi udì, chiaramente, la voce della servetta in cortile.

Scusate; diss'egli; non pensavo ora a questa necessit

Non capite nulla! Per mia figlia intendeva me; me com'ero allora! Belcredi. Ah, questo è contagio! Questo è contagio! Ma che contagio! Sciocco! Belcredi. Scusate, siete stata mai sua moglie, voi? Vostra figlia, nel suo delirio, è sua moglie: Berta di Susa. Donna Matilde. Ma perfettamente!

Oh! e perchè mai? chiese meravigliata la Direttrice. Perchè, rispose Gervaso fissando severamente in volto il sedicente maestro, perchè egli non può fermarsi un minuto di più in questo Collegio. Ma davvero, signor Flavio, che ciò mi sorprende. E non potrei conoscere il motivo di tale improvvisa risoluzione? Scusate ma per ora non lo potete, rispose Gervaso.

IO. Scusate, signore ... Il mio amico è un po' brillo.... Basta! Non far più sciocchezze! Sta ritto, e taci! Mi procuri delle seccature!... Zitto, se non vuoi che ti pianti qui, in mezzo al caffè! LA MIA ANIMA. ! ! hai ragione... Ma non è lecito avere una faccia come quella!... Sembra molto ammodo, è vestita di nero, ha la bocca in forma di cuore, occhi sensuali. Sei troppo stupida...