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Memori sempre di tutti i personaggi della nostra storia, non abbiamo dimenticato Lorenzo Salvani, il povero giovine che abbiamo lasciato in via Nuova, sotto le finestre dei Torre Vivaldi, a guardare un'ultima volta Matilde che saliva alla festa, leggiera e felice come persona che si sia liberata di un grave peso, ed abbia fatto un'opera buona.

La vista di quel rivolo di sangue empì d'orrore e di spavento Matilde; essa mandò un grido, scavalcò il corpo del caduto, e, mezzo pazza, un tumulto nella testa, lo spasimo nel cuore, la soffocazione alla gola, corse e venne a cadere svenuta alla porta della villetta dove Cesare la raccolse.

Quando arrivava qualche lettera dalla Riviera, la signora Matilde che aveva gi

Ma questo era forse un modo di dire della contessa Matilde. Non v'è negozio che tenga, rispose il giovine, innanzi ad un vostro invito, e mi pare di avervi gi

Matilde sentì rinforzarsi il concepito sospetto, cercò di Emilio, e l'improvvisa di lui partenza l'inquietò maggiormente. Poco dopo anche Alberto se n'andò. Matilde interrogò vivamente il fratello. Questi negò bensì che fra Emilio e il Nori vi fosse stata contesa, ma la sua negazione parve debole e poco persuasiva alla ragazza.

Non faccia le meraviglie il lettore se Lorenzo Salvani, il giovine severo, il soldato di Roma, s'è posto a disegnare un mazzolino di fiori pel telaio della bionda contessa. Ora tutti gli uomini sono figli in cotesto del dio della Forza, che lo imitano a puntino nelle sue debolezze. Che faceva intanto la contessa Matilde?

Sbalordito al risvegliarsi di tante memorie, assorto nella contemplazione d'una natura sempre fresca di perenne giovinezza, vedendo che fuori dalla finestra, i monti, le colline, il bosco, le case, l'aria, la luce, tutto era al suo posto, tutto conservava l'antico carattere, egli si era dimenticato per un istante che gli uomini e le donne non hanno la stessa fortuna, ed alla apparizione della fanciulla gli parve di vedere la sua Matilde, quando aveva diciott'anni.

Matilde fece guizzare di traverso uno sguardo verso il giovane, e rispose freddamente: Non lo conosco, ma a vederlo non si direbbe un imbecille. Te lo dico io, soggiunse Emilio imbizzito: io che lo conosco bene, perchè è stato mio compagno di collegio. Oh guarda! esclamò la fanciulla sorridendo: dal collegio dov'eri tu ce n'escono degli imbecilli? Emilio si morse le labbra.

Intanto per Lorenzo Salvani le parole di Matilde furono come una trafittura, e il primo atto del giovine fu quello di recarsi una mano sul cuore, come se appunto col

E che cos'altro sei tu venuta a domandarmi, se non questo? Che io vada ad espormi alle palle di colui senza cercare da parte mia d'offenderlo; in breve, che mi lasci ammazzare come un stupido... chè non sarei altro. Ti domando invece di non andarci, disse in fretta Matilde. Come? interrogò Emilio, quasi non avesse capito. , rispose ella, ti domando di non andare a questo orribile duello.