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E alle volte li bisogna frumento da fuora, come si sa questi anni prossimi che non vi restôrno denari di peso, ché crebbe il loro valore a dieci per cento. vi è carta a sufficienza. E cosí ancora da fuora vengono tutte le tele sottili, come olandre, orlette, cambraie, e ancora tele grosse.

La ragione condanna simili fantasticherìe; ma se la ragione condanna, la coscienza approva; e la ragione in balìa del sentimento è straccio di carta legato al piè di una rondine.

Ma tu prendi dal «secrétaire» carta e busta e scrivi. Scrivi: detto io. No, quel foglio . Guardai il foglio. Vi era impresso in azzurro, «Olympie». Oh, Olimpia, dolce pingue nome! Tutto azzurro, tutto fresco come la grande acqua del mare. Su, andiamo, scrivi! Eri così «savio» poco fa.

Egli sedeva all'altro lato del tavolo con dei fogli di carta da musica davanti a . Il cerchio di luce della lampada gli pioveva pacatamente sul lucido capo chino. A Nancy parve ch'egli avesse l'aria tediata e triste. Che c'è, Aldo? gli chiese, stendendo verso di lui attraverso la tavola una mano affettuosa. Nella esuberante gioia dell'ispirazione, essa si sentiva molto tenera e pietosa.

Mentre stavo guardando una carta di Spagna affissa alla parete, un omaccione col viso color di barbabietola e una pancia che gli cascava sulle ginocchia, mi si avvicinò, e toccandosi il berretto, mi domandò s'ero italiano; risposi di , ed egli soggiunse sorridendo: "Ed io pure; io sono il padrone dell'albergo." "Me ne rallegro, tanto più che vedo che lei ci si fa d'oro." Gli guardai la pancia.

Scrivono un giornale? chiese candidamente Ariberti. No, ce ne guardi il cielo. Scrivere! che, le pare? C'è troppa fatica; notò sorridendo Tristano. Sicuro; e perchè farla? Del resto, gl'insegnamenti più efficaci non sono mica gli scritti. Vedete Socrate; non ha mai messo in carta una riga di suo.

Eh eh! mica sovente, père Pradau. Di chi la colpa? Una cosa non pertanto era restata in piedi in questa ruina delle istituzioni dei nostri padri: che il domestico avrebbe servito il meno possibile il suo padrone e si sarebbe fatto il più possibile servire da lui. Un articolo essenziale della nostra Carta non era stato mai violato ed i nostri confratelli dell'altro lato dalla Manica, quei perfidi Albionesi, vi tengon sodo quello, che interdice d'invadere sulle funzioni del suo collega. Consultate a questo proposito la storia. Io leggeva, non

Da otto giorni, Cardello si esercitava a far andare e venire dalle quinte di carta la cerva, personaggio importantissimo, che dava il latte ai due bambini nel bosco dove Santa Genoeffa viveva coperta di stracci, e a far muovere il macchinismo dell'ultimo atto, quando l'anima della santa doveva salire in cielo fra una gloria di angeli e di serafini, opera di don Carmelo, che la restaurava, incollando, dalla parte di dietro, pezzetti di cartone alle ali dei serafini sgualcite e alle nuvole strappate.

Un mattino volle andarsene senza sapere dove si sarebbe rifugiata, ma esse non lo permisero, avendo promesso di custodirla sino al ritorno della mamma nel mese di ottobre; e siccome Tina insisteva, la più vecchia la colpì sulla testa col regolo di ferro, che serviva a tagliare la carta dei fiori. La fanciulla soffocata dallo spavento tacque.

S'era fatto portare il calamaio e rivedeva le bozze del suo studio sull'Hecatelegium di Pacifico Massimi, comunicando alla ruvida carta da stampe l'acre e molesto profumo del patchculi ch'egli usava portare addosso. Appiè del banco del principale erano due o tre cacciatori di Casalferrato e sentenziavano di cani e di fucili col caffettiere, Nemrod impenitente anche lui.