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Quando si accorse delle mostruose intenzioni del prediletto discepolo mostruose, perchè rivelavano la nera ingratitudine di cui egli era capace il professore non potè frenarsi dal prorompere in eloquentissimi sfoghi contro la precoce perversit

Il forzato a vita indossa una giacca rossa, porta una callotta verde alta e rotonda, ed ha sul cuore una striscia nera sulla quale è stampato il numero di matricola. <tb> Il forzato a tempo ha la callotta scarlatta e la striscia di un verde slavato. Se vedete un camerotto o un cortile di queste «facce da galera», vi sentite correre per la schiena i brividi dello spavento.

Ernesta tremava da capo a' piedi; guardò il volto pallido del marito, ed alla povera luce che vi batteva sopra vide due lagrime uscire lentamente di sotto alla benda nera; allora sentì sciogliersi i nodi che la trattenevano, si fece innanzi, prese una mano dell'infermo e la strinse fra le sue. Non trovò parole. Leonardo si scosse.... sorrise. Ernesta! disse poco dopo. Non disse altro.

Una stufa di lavagna nera brontolava allegra, la colla cuocendo a bagno maria faceva delle bolle grosse come un ovo che rompevano in un sospiro, e Guglielmo si sbracciava e sudava. Poi egli e il cugino andavano a desinare nella stalla colle vicine e bisognava sentire che chiacchere festose, che risate schiette intorno alla polenta. Ma il maggior lavoro era il notturno.

Consegnato a Vittorio Emanuele il regno delle Due Sicilie e ottenutone in compenso la più nera ingratitudine , il Garibaldi salpò povero e solo da Napoli per Caprera, dopo aver fissato col Mazzini di fondare il giornale quotidiano l'Italia del Popolo e di promuovere una sottoscrizione a favore di Venezia e di Roma.

La contessa tacque subito. Si alzò, andò alla finestra, scostò macchinalmente le cortine e guardò la folla nera nella strada. Ariberto mi ha rammentato che sono a Parigi per lavorare, seguitò Folco con voce più calma. Ho fatto male a non dirtelo; ne convengo; e te ne chiedo scusa. Credevo che pel mio lavoro tu non avessi più simpatia, e mi ripromettevo di lavorare solo. Ecco tutto.

Come sono belli; io vi amo e vi saluto. Vi amo perchè dai vostri calici spira una dolcezza triste e solitaria; v'amo perchè la bruna fanciulla poetica pure vi ama; v'amo infine perchè siete i fiori, i figli della primavera. *Dei piaceri nell'estate.* Le tiepide aurette primaverili più non scuotono mollemente la nera treccia di capelli.

Io mi son sempre trattenuto, disse Giovanni, dal parlarvi di cotesta Europa, di cui serbo dolorose rimembranze; imperocchè quel guasto mondo mi è sempre parso coperto dalla nera caligine che esalano i suoi vizi. Ah! figlio, io non nego che gli uomini di cotesto luogo sieno peggiori di quelli d'America, ma iniqui ve ne sono dappertutto.

Attraversò anch'essa la strada dove, fingendo d'incontrarsi per caso, si salutarono...... Il barone, prima ancora che il ragioniere di casa consultasse i registri della convenienza, si mosse. Un gran buio fece a un tratto nel suo cervello e i numeri scritti col gesso scomparvero sul fondo della tavola nera.

Tutto ciò fu letto come un sonetto, nel tempo che l'Isolina colle manine bianche e piene di diamanti traeva dalla crusca una cordicella nera, grumosa, grossa come il suo dito mignolo, lunga come una vipera comune, che, inorridita, lei lasciò cadere, che parve proprio una biscia morta.