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Aggiornato: 18 giugno 2025
V. P. sciemando. Comincia il XXI Capitolo Così di ponte in ponte altro parlando Che la mia comedia cantar non cura, Venimmo e tenevamo il colmo quando
Indi al cantar tornavano; indi donne gridavano e mariti che fuor casti come virtute e matrimonio imponne. E questo modo credo che lor basti per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia: con tal cura conviene e con tai pasti che la piaga da sezzo si ricuscia. Purgatorio: Canto XXVI
Indi al cantar tornavano; indi donne gridavano e mariti che fuor casti come virtute e matrimonio imponne. E questo modo credo che lor basti per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia: con tal cura conviene e con tai pasti che la piaga da sezzo si ricuscia. Purgatorio: Canto XXVI
Era Nicla seduta sopra un tronco abbattuto, rossa nel tramonto di fiamma; era Nicla tutta chiusa in un abito color d'acciaio, con un cappello morbido piantato di traverso sulla testa a guisa del feltro d'un arlecchino; era Nicla curva ad accarezzarlo, con gli occhi smarriti nella gioia pura d'un'ingenua amicizia, con l'anima aperta a cantar la poesia misteriosa.
Voi dunque di voi sola alzare il nome dovete, poi ch'a sì pregiato segno giunger non puote il più purgato inchiostro. Quindi vedrassi apertamente come non è di lode altri di voi più degno, nè stil che giunga al dolce cantar vostro. Di Latino Giovenale Vide gi
Pensa mò tu qual eccidio, qual ruina sarebbe del mio stomaco! LIMERNO. Ferrara e Mantoa di molte qualitadi si corrispondano. Ma voglio che, sí come ora ti concessi lo mio cantar latino, cosí non manco tu ti comporti ne l'ascoltarmi un breve capitolo. MERLINO. Chi fu lo autore di esso? LIMERNO. Perché ciò mi domandi tu?
Regge il Piemonte; e tra guerrieri acciari Gode sudando; e sol di gloria ha brama; E sangue di mille avi al mondo chiari, Chiaro risplende, ed AMEDEO si chiama; Or sì fatto campion solcare i mari, Ascoltando Ottoman cantar la fama, Di prevenir suoi corsi il prese cura; Schierò le genti ed assaltò le mura.
Ma hor ch'io son sanza alma e sanza voce Per troppo amarti, ah despietato sasso I' potrei ben cantar lento e veloce Ch'io facesse a nessun mover un passo Perho che tanto il mesto dir mio noce Che ognun che l'ode d'ogni gaudio è casso E s'io facea col canto un morto, vivo Ognun che me ode, hor so' de vita privo
Fulgida aurora a me parve la sera, ne 'l cerchio de le sue morbide braccia. Dolce cosa languir tra le sue braccia! Dolce, languendo, bevere il suo fiato! Voci correan d'amor per l'alta sera; e bramire s'udian cervi a la luna da' chiusi, e Agosto a l'ombra de le rose cantar soletto in su la tibia d'oro,
FRATE. Sai per qual scopo son qui venuto... BARITONO. Chiaro parlasti.... FRATE. Cantar non vuoi La cabaletta? BARITONO. Da bravo! a noi!.... A DUE VOCI. Le trombe squillano dietro la scena.... Un sorso d'acqua corriamo a ber
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