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FRATE. Sai per qual scopo son qui venuto... BARITONO. Chiaro parlasti.... FRATE. Cantar non vuoi La cabaletta? BARITONO. Da bravo! a noi!.... A DUE VOCI. Le trombe squillano dietro la scena.... Un sorso d'acqua corriamo a ber

Quanti siete?... Tremila?... Non basta! D'altronde la noia e la monotonia troncheranno in breve il vostro bello slancio.... Corriamo a domandar consiglio alle belve dei serragli accampati alle porte della Capitale. Sono gli esseri più vivi, i più sradicati, i meno vegetali! Avanti!... A Podagra! A Podagra!... E partimmo, scarica formidabile di una chiusa immane.

Il capitano sale nella blindata di Bosca e parte. Io perdo un minuto a bere un po' di caffè che mi versa il cuoco Caroli dall'alto dell'autocarro dei viveri. Poi in macchina. Il motore non prende. Parto con un piccolo ritardo. Ma ho lo stomaco a posto. Ho messo al volante Fatutto. Eccellente meccanico e volantista, ma cade dal sonno. Sono ormai tre notti che non si dorme. Corriamo. Comprendo che il pericolo questa notte è eccezionale, poichè di pattuglia ci si va a piedi e non a tutta velocit

Bisogna sapere a qualsiasi costo chi la abita. Uhm! Non è cosa tanto facile. Non trovo altro mezzo che quello di salire sul tetto e di appoggiare gli occhi alle canne. Andiamo sul tetto, Medinek. Noi corriamo il rischio di venire scoperti. Hai il tuo jatagan? . Hai paura? Non lo credo. Allora andiamo concluse il greco. In pochi minuti raggiunsero l'orticello e vi entrarono.

e temo che quei corpi gettati nel fiume e che i coccodrilli stanno disputandosi, non siano altro che quelli dei poveri diavoli assassinati. Allora corriamo un serio pericolo. Sicuro, padrona, ed è per questo che non sappiamo se avanzare o dare indietro, disse Daùd. Che faresti tu? Andrei innanzi, rispose Fathma senza esitare. Non ho paura dei ribelli. E così sia; sforzeremo il passo.

Via, via, corriamo fuori! Arrestando d'un tratto la foga: Dove? a far che cosa? a farmi mostrare a dito da tutti, di nascosto, come Enrico IV, non più così, ma a braccetto con te, tra i cari amici della vita? Belcredi. Ma no! Che dici? Perché? Donna Matilde. Chi potrebbe più...? Ma neanche a pensarlo! Se fu una disgrazia! Enrico IV. Ma se gi

Andiamo, corriamo anche noi; se no, finiremo Dio sa quando. Gli eserciti alleati erano in linea da Desenzano a Montechiaro. Il giorno 24 di giugno, fu San Martino di Pozzolengo da un lato e Solferino dall'altro; una grande giornata, una battaglia napoleonica per la massa in azione, per lo sforzo maraviglioso, per gli effetti strategici. Aminta Guerri prese quel giorno il suo battesimo di fuoco.

Ma altri soggiungeva: Non vedi che non ha remi, timone? È una barca che si perde. Si perde? Corriamo ad ajutarla. Malann'aggia la guerra che ci tolse i nostri battelli

Non corriamo tanto, amico mio, disse Abd-el-Kerim, sorridendo. Non lo è ancora. Ma lo diverr

Non corriamo troppo, tu non puoi chiamarti ancora salva. Cosa intendi di dire? esclamò l'almea sorpresa. Credi tu che i ribelli non tornino alla carica? Non sarei sorpreso se fra un paio d'ore ci vedessimo capitare addosso un due o trecento di loro. E non ti fanno paura? Altro che paura, io rabbrividisco al sol pensarlo. E che intendi di fare? Faccio montare i miei uomini e me la batto.