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83 Il re circasso il suo destrier non vuole ch'al re d'Algier più lungamente resti, se non s'umilia tanto di parole, che lo venga a pregar che glie lo presti. Rodomonte, superbo come suole, gli risponde: 'l ciel, tu faresti che cosa che per forza aver potessi, da altri, che da me, mai conoscessi.

Io per me non entrerei qua dentro anche con l'Agnus Dei in tasca. E tu faresti bene. Apri quell'uscio, l

Ohè mamma! soggiunse Tognetti in tuono faceto. Tua amica una signora di quello stampo! Se tu non fossi quella brava donna che sei, faresti pensare... E sorridendo il giovane baciò la mano alla madre, e mosse verso la porta. Maria lo fermò per un braccio, e disse con tuono espressivo: Dunque ritorni! Fra cinque minuti, rispose Gaetano. Anzi se viene Curzio gli dirai che mi aspetti.

Colui che gli rivolgeva questa domanda gli avea posato una mano su la spalla quasi per scuoterlo da quello stato di tristi riflessioni. Cardello rizzò la testa e lo fissò impaurito. Senti, riprese quegli: se tu volessi allogarti per servitore, faresti la tua fortuna.

Ma noi abbiamo Erotico piú ricco e nobile e d'altri costumi: e vi fa la medesima offerta. PARDO. Che faresti tu, se fusse tua figlia? TRINCA. Se fosse voi? PARDO. Fa' conto che ci sei: consigliami. TRINCA. Non per consigliarvi, ma essendo nell'esser vostro, questo partito mi parrebbe tanto buono, che non potrei dir di no.

E forse in modo che, qualche volta, se tu fossi appunto come ti tieni, faresti vergogna a Narciso; e per te morria, ogni giorno, un migliaio di donne; e si farebbe forse, ai lor prieghi, che fossi dannato a vita nel torrone. TIMARO. Cianciatore! Di' pur, ch'è l'arte tua. Ecco Crisaulo che torna anch'egli a casa. PILASTRINO. Ci ha veduti. Andiam da lui, ché aspetta. CRISAULO. Ben venuto.

PANFAGO. Ditemi, in che volete adoprarmi? PIRINO. Ma avèrti che bisogna che tu sia secreto: ci va la vita! PANFAGO. Ce ne andassero mille! PIRINO. Però ti priego non farne motto ad alcuno. PANFAGO. Mi fate torto a pregarmi di quello che è mio debito di fare. FORCA. Lo ci dirá, padrone. PANFAGO. Perché cosí faresti tu.

Che cosa mi faresti? domandò la principessa facendo alcuni passi per avvicinarsi al letto. A te nulla; non ti torcerò mai un capello; ma farei sostenere la legge del divorzio e ti ripudierei come si ripudia tutto quello che ci è antipatico, insopportabile, odioso. Quella legge non sar

PANURGO. Fratello, noi siamo forastieri, legne non ne abbiamo; fate il meglio che si può. SPEZIALE. Cosí farassi. MORFEO. Va' via, parteti di qua. SPEZIALE. Che faresti se t'apportassi alcun male, che, apportandoti la sanitá, cosí mi scacci? MORFEO. Sia maladetta la sanitá che vien per tal via! SPEZIALE. Fratello, nessun male si scaccia con piacere. MORFEO. Mi fai del filosofo ancora.

e temo che quei corpi gettati nel fiume e che i coccodrilli stanno disputandosi, non siano altro che quelli dei poveri diavoli assassinati. Allora corriamo un serio pericolo. Sicuro, padrona, ed è per questo che non sappiamo se avanzare o dare indietro, disse Daùd. Che faresti tu? Andrei innanzi, rispose Fathma senza esitare. Non ho paura dei ribelli. E così sia; sforzeremo il passo.