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Avvolto in mezzo un turbine Che il passo, il fiato aggreva, Di nevi che giù fioccano, Di nevi che solleva Dagli scheggioni il vento A periglioso evento Affretta il suo cammin. E che non può l'indomito Che in altri scontri i lutti De' suoi compagni esanimi Vide con occhi asciutti, Se a disperato scampo Contro il nemico inciampo S'avventa battaglier! IL CONTRABBANDIERE. Esperdi Mel. Liriche.

La fama che la vostra casa onora, grida i segnori e grida la contrada, si` che ne sa chi non vi fu ancora; e io vi giuro, s'io di sopra vada, che vostra gente onrata non si sfregia del pregio de la borsa e de la spada. Uso e natura si` la privilegia, che, perche' il capo reo il mondo torca, sola va dritta e 'l mal cammin dispregia>>.

Spingean superbi voli Incontro all'avvenir: forse egli pensa quel che sarebbe stata l'opera sua letteraria, soggiungendo con amarezza: Luce più lunga ed altro Solco ne l'aria scura S'era il mio cor più scaltro Segnato avria il cammin! Cercando la ventura Per altre vie gioconde, Avria più liete sponde Raggiunto il mio destin!

Accompagnò il conte ed Enrico fino all'ultima porta, e siccome qualche servitore, nel fuggire, aveva lasciato un lume sul pianerottolo, il contino lo prese, e augurò la buona notte a Lodovico, il quale rispose con molto rispetto, e chiuse la porta. Cammin facendo per tornare nella camera da letto, esaminò con iscrupolosa cura tutte le stanze per le quali doveva passare, temendo vi si potesse essere nascosto qualcuno per ispaventarlo. Non vi trovò nessuno. Lasciò aperti tutti gli usci, e giunse nel salone, la cui muta oscurit

Poi ripigliammo nostro cammin santo, guardando l’ombre che giacean per terra, tornate gi

Tra Lerice e Turbia la piu` diserta, la piu` rotta ruina e` una scala, verso di quella, agevole e aperta. <<Or chi sa da qual man la costa cala>>, disse 'l maestro mio fermando 'l passo, <<si` che possa salir chi va sanz'ala?>>. E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso essaminava del cammin la mente, e io mirava suso intorno al sasso,

Ché tu hai da rifrette' co' la mente, Che quello che tu vedi da la riva, Lontano, insin che l'occhio te ce 'riva, Pare chi sa che cosa, e invece è gnente. Ché pòi cammin

Uso e natura la privilegia, che, perché il capo reo il mondo torca, sola va dritta e ’l mal cammin dispregia». Ed elli: «Or va; che ’l sol non si ricorca sette volte nel letto che ’l Montone con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, che cotesta cortese oppinïone ti fia chiavata in mezzo de la testa con maggior chiovi che d’altrui sermone, se corso di giudicio non s’arresta».

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant’ è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso essaminava del cammin la mente, e io mirava suso intorno al sasso, da man sinistra m'appari` una gente d'anime, che movieno i pie` ver' noi, e non pareva, si` venian lente. <<Leva>>, diss'io, <<maestro, li occhi tuoi: ecco di qua chi ne dara` consiglio, se tu da te medesmo aver nol puoi>>.