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E dentro a l'un senti' cominciar: <<Quando lo raggio de la grazia, onde s'accende verace amore e che poi cresce amando, multiplicato in te tanto resplende, che ti conduce su per quella scala u' sanza risalir nessun discende; qual ti negasse il vin de la sua fiala per la tua sete, in liberta` non fora se non com'acqua ch'al mar non si cala.

LIMOFORO. Ascoltiamo che dice la bocca della veritá. PSEUDONIMO. Chiamiamo la balia; ella chiarirá chi sia il vero Limoforo di noi duo. LIMOFORO. Che si chiami. PSEUDONIMO. Tic, toc, tic. Cala qua giú, Lima. LIMA. Che commandate, signor Limoforo mio padrone? PSEUDONIMO. Che dichi chi di noi sia veramente Limoforo. LIMA. Che dimande son queste? voi sète Limoforo, il mio antico padrone.

129 Mentre lo stuol de' barbari si cala, anzi trabocca al periglioso fondo, ed indi cerca per diversa scala di salir sopra l'argine secondo; il re di Sarza (come avesse un'ala per ciascun de' suoi membri) levò il pondo di gran corpo e con tant'arme indosso, e netto si lanciò di l

Ben si de' loro atar lavar le note che portar quinci, si` che, mondi e lievi, possano uscire a le stellate ruote. <<Deh, se giustizia e pieta` vi disgrievi tosto, si` che possiate muover l'ala, che secondo il disio vostro vi lievi, mostrate da qual mano inver' la scala si va piu` corto; e se c'e` piu` d'un varco, quel ne 'nsegnate che men erto cala;

E qui giova notare che prima di quell’anno, fino al 1583, in cui rovinò, luogo di diporto e di svago estivo, specialmente o forse esclusivamente per le signore, era il terrapieno sulla Cala, rimpetto il Castello a mare, dalla parte settentrionale, dove ora è S. Spirito, chiamata la Sala delle dame.

Tal giù si cala, e le volubil piume Rivolge intento a l'arenosa sponda, Ove tra salse, e tra cerulee spume Il procelloso Egeo Sciro circonda; Omai de l'alba rugiadosa il lume Indorava del mar l'instabil onda, Quando l'Angelo giunse a l'antro ombroso, Ove in terra AMEDEO prendea riposo.

38 Tosto che 'l ladro, o sia mortale, o sia una de l'infernali anime orrende, vede la bella e cara donna mia; come falcon che per ferir discende, cala e poggia in un atimo, e tra via getta le mani, e lei smarrita prende. Ancor non m'era accorto de l'assalto, che de la donna io senti' il grido in alto.

A questo punto cala la tela. Chi non sia stato presente a un intervallo fra un atto e l'altro al teatro di piazza Montanara in Roma, non può immaginare che cosa sia chiasso o rumore. Sembrava di essere nell'arca di Noè, e che tutti gli animali facessero udire contemporaneamente le loro voci.

ne' mai qua giu` dove si monta e cala naturalmente, fu si` ratto moto ch'agguagliar si potesse a la mia ala. S'io torni mai, lettore, a quel divoto triunfo per lo quale io piango spesso le mie peccata e 'l petto mi percuoto, tu non avresti in tanto tratto e messo nel foco il dito, in quant'io vidi 'l segno che segue il Tauro e fui dentro da esso.

che' di giusto voler lo suo si face: veramente da tre mesi elli ha tolto chi ha voluto intrar, con tutta pace. Ond'io, ch'era ora a la marina volto dove l'acqua di Tevero s'insala, benignamente fu' da lui ricolto. A quella foce ha elli or dritta l'ala, pero` che sempre quivi si ricoglie qual verso Acheronte non si cala>>.