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Ma io non so se lo trovarò svegliato. Pur credo che . Non può essere che di quanti sassi che gli ho tirati non gne nne abbi còlto qualcuno. I' vo' pichiare, insomma. Tic, tac. REPETITORE. Non so che me fare, se io interrogo a costui che cosa vole. RUFINO, Certo saranno adormiti. Tic, toc, tac. MALFATTO. Chi è abasso? RUFINO. Respondesti pur, quando non potesti fare altro.

TRAPPOLINO. E va' alle forche, sciagurato! MALFATTO. Orsú! Basta. Adunque recomandami a esso e dilli ch'a lui sempre sempre... LUZIO. E camina, se vòi! Non vedi tu che parli col vento, ché colui s'è partito? MALFATTO. Be', io volevo che facessi l'imbasciata a quel compagno. LUZIO. Tutti te lli fai compagni. Non te vergogni? Ma va' bussa, va'. MALFATTO. O aspetta un poco. Tic, toc.

Chiama un po', de grazia, quel cotale. CECA. Che cotale? Perché non parli? MALFATTO. Vorria che tu me chiamassi quello che mena. CECA. Tu devi esser imbriacco. MALFATTO. Per questa croce, che non ho ancora beuto. Odi, odi; non te spartire. Oh cancaro! S'io torno al mastro e dico che non me hanno voluto aprire, me dará delle staffilate. Io so che voglio bussare. Tic, toc, tac.

MASTICA. È dunque questa la casa tua? TEODOSIO. Dimmi prima se questa è la casa di Sennia. MASTICA. Questa è la casa di Sennia: è per questo la tua? TEODOSIO. Io son Teodosio suo marito che sono stato venti anni in man di turchi, e or scampato la Dio mercé dalle lor mani me ne ritorno a casa mia. TEODOSIO. O di casa! Tic, toc.

Entrate. VIGNAROLO. Vi verrò dietro. Tic toc. BEVILONA. Olá, chi batte? GRAMIGNA. Don Giovanni Termosiglia Caravaschal di Siviglia! GRAMIGNA. Mujer, perché mori tanto? BEVILONA. Or or, marito mio. VIGNAROLO. Por cierto que deve star alcun innamorado, pues que non abre presto. GRAMIGNA. Se non mi abreis presto, enviaré esta puerta per tierra.

FULVIA. Non te ll'ho io detto? per non m'imbattere in Curzio, ch'io non volevo che me cci vedessi entrare. RITA. Madonna, ecco la porta. Aspettate, ch'io pichiarò. FULVIA. , de grazia. RITA. Idio ci aiuti. Tic, toc. MINIO. Chi è ? RITA. Amici. Simo noi. MINIO. E chi sète voi? RITA. Siamo quelle donne. Ècci madonna Iulia in casa? MINIO. Si, è. Aspettate, ch'io la chiamarò. RITA. Orsú!

Ma perché piú perdo tempo in lamentarmi, e non batto la porta di Pardo? Toc. PARDO. Che buona nuova, balia mia? BALIA. Vengo con buona intenzione di farvi bene. PARDO. Ed io vi ricevo con miglior volontá. BALIA. Vi priego per l'antica amicizia che è stata fra noi, per la vicinanza e per l'etá vostra veneranda, che piacciavi darmi udienza per poco tempo.

LIMOFORO. Ascoltiamo che dice la bocca della veritá. PSEUDONIMO. Chiamiamo la balia; ella chiarirá chi sia il vero Limoforo di noi duo. LIMOFORO. Che si chiami. PSEUDONIMO. Tic, toc, tic. Cala qua giú, Lima. LIMA. Che commandate, signor Limoforo mio padrone? PSEUDONIMO. Che dichi chi di noi sia veramente Limoforo. LIMA. Che dimande son queste? voi sète Limoforo, il mio antico padrone.

Abbiate pazienzia fino ch'egli esca fuore. FLAMMINIO. E' nol farebbe Iddio ch'io avessi piú pazienzia. CRIVELLO. Voi guastarete la torta. FLAMMINIO. Io mi guasti. Tic, toc, toc. CLEMENZIA. Chi è? FLAMMINIO. Un tuo amico. Viene un poco giú. CLEMENZIA. Oh! Che volete, messer Flamminio? FLAMMINIO. Apre, ché tel dirò. CLEMENZIA. Aspettate, ch'io scendo.

Ma starai a vedere che, pian piano, gli cavarò di bocca ogni cosa. MALFATTO. Son stracco. Io non posso piú caminare. CURZIO. Camina, camina, ché giá semo arrivati. MALFATTO. ! arrivati! E dove è la casa, che non la veggo? CURZIO. Eccola qui. Bussa un poco. MALFATTO. Tic, toc. Non ci è nessuno? TRAPPOLINO. Chi è ? MALFATTO. È questo compagno.