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Ma e' pare che essi non credano che Io sia potente a poterli sovenire, forte a poterli aitare e difendere da' nemici loro, e sapiente per illuminarli l'occhio de l'intellecto loro, che Io abbi clemenzia a voler lo' dare quello che è di necessitá a la salute loro, sia ricco per poterli aricchire, sia bello per poter lo' dare bellezza, abbi cibo per dar lo' mangiare, vestimento per rivestirli.

Dice, oltre a ciò, questa selva essere «selvaggia», come del tutto strana da ogni abitazione umana: percioché nella prigion del diavolo, nella quale noi medesimi peccando ci mettiamo, non è alcuna umanitá, pietá, clemenzia, anzi è piena di crudelitá, di bestialitá e di iniquitá.

Quant'ha che tu non l'hai veduta? CLEMENZIA. Son piú di quindici giorni. Oggi volevo andarla a vedere. VIRGINIO. Intendo che quelle monache la voglion far monaca e dubito che non gli abbin messo qualche grillo nel capo, come è lor costume. Va' fin , tu, e digli da parte mia che ella se ne venga a casa. CLEMENZIA. Sapete?

VIRGINIO. Il dico io, ché mi tocca: bench'io stesso mi feci il male, dandola a nutrire a te che sapevo chi tu eri. CLEMENZIA. Virginio, non piú parole. S'io son stata una trista, m'hai fatta tu. Sai bene che, prima che tu, non mi ebbe altri che il mio marito. Io dico che le fanciulle si voglion trattare altrimenti.

CLEMENZIA. Che volete ch'io vi renda? FLAMMINIO. Il mio ragazzo che s'è fuggito in casa tua. CLEMENZIA. In casa mia non vi è servidor nissun vostro; ma bene una serva. FLAMMINIO. Clemenzia, e' non è tempo da muine. Tu mi sei stata sempre amica, ed io a te; tu m'hai fatti de' piaceri, ed io a te. Or questa è cosa che troppo importa. CLEMENZIA. Qualche furia d'amor sará questa. Orsú, Flamminio!

GHERARDO. Oh! Tu hai fatto ben quel ch'io ti dissi! Ho cosí voglia di romperti l'ossa. PASQUELLA. Perché? GHERARDO. Perché hai lasciato partir Lelia? Non ti diss'io che tu non gli aprisse? PASQUELLA. Quando partí? non è ella in camera? GHERARDO. È il malan che Dio ti dia. PASQUELLA. So che la v'è, io. GHERARDO. So che la non v'è; ché l'ho lasciata in casa di Clemenzia sua balia.

CLEMENZIA. È cotesto il male: ché le giovani vogliono essere trattate da mogli e non da figliuole; e voglion chi le strazi, chi le morda e chi l'accenci ora per un verso e ora per un altro, e non chi le tratti da figliuole. VIRGINIO. Tu credi che tutte le donne sien come te? ché sai che ci conosciamo. Ma e' non è cosí; benché Gherardo ha un buono animo di trattarla da moglie.

Levato in alto e tornato a me Padre, Io mandai el Maestro, cioè lo Spirito sancto, el quale venne con la potenzia mia e con la sapienzia del mio Figliuolo e con la clemenzia sua, d'esso Spirito sancto.

Alora Io so' facto el loro governatore spiritualmente e temporalmente: uso una providenzia particulare, oltre a la generale; ché la clemenzia mia, Spirito sancto, se lo' fa servo che gli serve.

Andarò a trovar Clemenzia che so che m'aspetta in casa; e con essa disporrò quel che abbi da essere della vita mia. CRIVELLO e FLAMMINIO. CRIVELLO. E, se non è cosí, fatemi impicar per la gola; non tanto tagliar la lingua. Vi dico che gli è cosí. FLAMMINIO. Da quanto in qua? CRIVELLO. Quando voi mi mandasti a cercar di lui. FLAMMINIO. Come andò?