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Facendo cosí, la ciechitá di colui non lo' dará tenebre, adorando una cosa per un'altra: benché la colpa di peccato è solo del miserabile ministro, ma eglino pure ne l'acto farebbero quello che non si debba fare. O dolcissima figliuola, chi tiene la terra che non gl'inghioctisce? chi tiene la mia potenzia che non gli fa essere immobili e statue ferme innanzi a tucto el popolo per loro confusione?

Ignorante e superbo era subdito, e molto piú è ignorante e superbo ora che è prelato. E tanta è la sua ignoranzia che, come cieco, dará l'offizio del sacerdote a uomo idiota, il quale a pena saprá pure leggere e non saprá l'officio suo. E spesse volte, per la sua ignoranzia, non sapendo bene le parole sacramentali, non consacrará.

Come debba andare colui che vuole intrare alla perfecta obbedienzia particulare? Col lume della sanctissima fede, col quale lume cognosca che gli conviene uccidere la propria volontá col coltello de l'odio d'ogni propria passione sensitiva, pigliando la sposa che gli dará la caritá e la sorella.

Ma perché corremo per perduti e per me è morta ogni speranza e non spero se non nella disperazione, prima che muoia vo' tentar ogni cosa per difficile e perigliosa che sia, e morendo io vo' che tutto il mondo perisca meco. Ma tu imagina qualche cosa: fa' che veggia i fiori della mia felicitade. PANIMBOLO. Farò come il fico che prima ti dará i frutti che ti mostri i fiori.

PEDOFILO. Perché non può essere quel che dice, non me ne curo. CAPITANO. Una bastonatina che gli darò, lo farò star un anno ammalato in letto, che non ci dará fastidio. Ma tu sei uno di quei che piglia il peggio. Aimè, e cerchi altri? Ascolta: Amor regge suo imperio senza spada; non darmi tu occasione che l'abbi ad adoprare! PEDOFILO. Vi lascio, ché ho da fare.

Chiama un po', de grazia, quel cotale. CECA. Che cotale? Perché non parli? MALFATTO. Vorria che tu me chiamassi quello che mena. CECA. Tu devi esser imbriacco. MALFATTO. Per questa croce, che non ho ancora beuto. Odi, odi; non te spartire. Oh cancaro! S'io torno al mastro e dico che non me hanno voluto aprire, me dará delle staffilate. Io so che voglio bussare. Tic, toc, tac.

E non sará alcuna creatura che non riceva tremore, e renderá a ogniuno il debito suo. A' dannati miserabili lo' dará tanto tormento l'aspecto suo e tanto terrore che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo; a' giusti dará timore di reverenzia con grande giocunditá. Non che egli si muti la faccia sua, però che egli è immutabile, perché è una cosa con meco, secondo la natura divina.

FANNIO. E per quello sappi che, questa volta, userá con Fulvia solo il sesso feminile per ciò che, avendolo ella domandato in forma di donna, e donna trovandolo, dará tanta fede allo spirito che poi la te adorerá. RUFFO. Questa è una delle piú belle trame che io sentissi mai. E ti so dire che e' denari verranno a staia. FANNIO. Fatt'è. Come è liberale? RUFFO. Liberale, dimandi?

SANTINA. Io con men di cento. GERASTO. Io con men di cinquanta. SANTINA. Io con men.... GERASTO. Lasciami finir di parlar, se vuoi. Colui se la torrá nuda. SANTINA. Questo mio gli fará la sovradote. GERASTO. Il mio gli dará cento ducati di piú. SANTINA. Il mio, dugento. GERASTO. Il mio.... SANTINA. Anzi il mio.... GERASTO. Tu non sai che voglio dire, e passi innanzi.

Alessandro vostro amico ha quel servo sbarbato che conduce le legna dalla villa a casa, che è sordo, muto e un pezzo di pazzo, molto dissimile dalle vostre persone, si lascia spogliare, vestire e tingere a nostro modo; e se Mangone li domandará, non saprá che rispondergli; e perché è molto gagliardo, se sará stuzzicato, dará mazzate da cieco.