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Ma se un giorno... se un giorno mi sentissi troppo debole, io, povera donna, sola, abbandonata a me stessa?...

Sono io forse necessaria a qualcuno? Se domani tu sentissi ch'io fossi morta, cosa proveresti tu? A queste parole io mi rivoltava come a uno spettacolo di sangue. Era mera compassione, che mi pungeva: ed ella, l'illusa, nel suo intimo credeva forse ancora che potesse essere amore!

Chi avesse detto alla Margherita Sei condannata a Morte», non le avrebbe dato nel sangue una mano così gelata, come annunziandole che doveva trovarsi testa a testa con quel cattivo. Impallidì, sentissi venir meno, talchè le convenne appoggiarsi ad una seggiola; sudò, gelò, poi gettatasi ginocchione, pregò fervidamente.

Immaginate se io mi sentissi rabbrividire nel leggere quei nomi! lacerai sull'istante il contratto nuziale, rinfacciai a quel mostro di perfidia il suo tradimento feroce, e mi allontanai per sempre da quella casa. Il cielo mi aveva ancora salvato.

La donna diede in un sospiro più forte sentendo nominare l'altro figliuolo e disse: Se almeno me lo avessero lasciato, non si correrebbe il pericolo di morire di fame, oppure se mi sentissi bene, qualche cosa potrei fare, ma invece me lo mandano soldato ora che avevo più bisogno di lui. Ci sono io, disse Antonio. Che cosa vuoi fare tu che sei ancora bambino?

E Macaruffo sogghignando: Qui dentro tutti ripetono la stessa canzone. Se tu sentissi! ci pare il limbo dei bambini. Ma appunto, anche un bambino egli tiene con . , suo figliuolo; figliuolo di lor due. Ma, vo' dir io, e quello avrebbero a lasciarlo qua? No, no: andr

Or accadde ch’io pure, quella sera, sentissi vagamente il bisogno d’una boccata d’aria ed uscissi per un momento a passeggiare su quel terrazzo romantico. La notte profumata e chiara, le stelle, il mare, che so io, forse la scintillante statua della Reina Maria Cristina, mi facevano danzare nel sangue la terribile «Jota» di Pastora Imperio.

Perchè?.... Perchè non so spiegarmi il ricordo, nettissimo, precisissimo, di una passeggiata solitaria pel Viale dei Colli dove io la rividi alcuni giorni dopo, sempre come una sconosciuta il cui fascino mi attirava, ma senza che ancora sentissi un forte desiderio di avvicinarla, anzi provando un istintivo movimento di resistenza contro quel fascino.

La chiesa erasi chiusa al popolo, e fu solo per mezzo dell'Orlando se a me venne fatto di mettervi il piede, ed ora non saprei dirti perchè mi sentissi tanta voglia d'esser testimonio di quegli sponsali. Quando entrai nella sagrestia, mi dissero che la duchessa Elena, arrivata in quel punto coi due vescovi, colle dame, coi paggi, con tutto il seguito, era nella gran sala, ove soleva tenersi il capitolo, e in quell'occasione splendidamente apparata; vi stava aspettando il signore di Lautrec, il quale aveale mandato a dire sarebbe entrato in chiesa addirittura, e lo aspettasse. Passò così molto tempo, e la duchessa pareva inquietissima; parlava ora ai cardinali, ora alle dame, e si comprendeva bene che quel ritardo le dava grandissima noia, e quanti eran presenti, persino que' baroni francesi, se ne maravigliaron forte. Finalmente fu udito dagli atri del cortile un tintinnio di sproni e un suonar d'armi, e lo sbattere d'un puntale sul pavimento; tutti dissero ad una voce: Egli è qui! e sulla soglia della sala apparve di fatto l'alta figura del Lautrec. Era tutto coperto di ferro, e avea la buffa calata sulla faccia. Senza innoltrarsi un passo, e con una voce alterata assai, che non sarebbe gi

Noi non osiamo investigarne la causa, ma qualunque essa sia, fatto è che Gabriele fu condotto rapidamente dalla propria fantasia ad abbracciare come rimedio estremo all'amor suo, se stato fosse sventurato, la morte, e proferendone il voto, sentissi ringagliardire, e fatto maggior di se stesso, aumentarsi in petto la speme.