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«Mostrarmi io al balcone in presenza di quegli indemoniati, libera nos Domine; ed un brivido, un tremore generale gl'invadeva la corpulenta carcassa da capo a piedi. Tale è la paura della pelle di questi rettili, il cui regno non è di questo mondo. «Noi ci presenteremo in nome di Sua Eminenza, diceva lo straniero a Gaudenzio.

La virile mano dell'uomo aveva sfiorato la sottile mano guantata di nero. Si guardavano e si sentivano bruciare di passione; una uguale grande fiamma li ardeva. Più la reprimevano e più essa divampava internamente, consumando le loro forze in una febbre singolare. Temevano il mondo, malgrado che fossero liberi; lo temevano con una paura di tutti i momenti, con un tremore come d'imminente catastrofe. Niuno aveva il diritto di muovere loro un rimprovero, eppure essi temevano tutto, l'uomo che passa e sogghigna, la donna che passa e sorride, l'impiegato postale che consegna la lettera con uno sguardo d'intelligenza, il servo che domanda permesso prima di entrare, l'amico che assume un'aria discreta, l'amica che interroga con un cenno: la più umile, la più sciocca creatura li faceva fremere di spavento. Forse, amandosi in quella forma così rovente, sentivano di abbandonarsi a una passione tanto diversa dai miseri e fallaci amori quotidiani, da dover meritare l'invidia, il biasimo e la calunnia; forse, il segreto è la grande condizione dell'intensit

Giusto parlava con un tremore insolito, come se l'audacia sua sembrasse a lui stesso soverchia. Nina, stretta fra le braccia dell'amica, sorrise melanconicamente. Tutto quello che lei mi potr

Roberto si stava cupamente mesto; alzò la destra per istringere quella di Rogiero; e quando sentì toccarsela, un subito tremore gl'invase la persona, abbandonò il capo in atto angoscioso sopra la mano che gli aveva offerto Rogiero, v'impresse un bacio, e lasciò cadervi una lagrima. «Ch'è questo, Roberto? voi mi avete bagnato la mano

Restituiscilo, ch'io lo spezzi, ch'io lo calpesti, ch'io lo butti nel mare.... -Ah, tu m'uccidi! Ella era tutta sbiancata in viso, e le labbra fatte violacee erano scosse da un lungo tremore. Subitamente, egli l'aveva lasciata e s'era messo in ginocchio portando le mani alla testa e scompigliando i suoi capelli grigiastri. Perdono, Costanza; perdonami, sono un pazzo, lo vedi!

Grazie, rispose la cameriera senza troppa espansione. Prendi, prendi, e con le mani prese da un tremore di generosit

«Finito questo». Questa è la settima e ultima parte della suddivisione del presente canto, nella quale l'autore mostra , per un tremore della terra e per un baleno, vinto e caduto.

Ha parlato basso, con una voce dirotta dal tremore dei denti. Anche l’altra si sbianca, ma tutto il rilievo della sua bellezza s’indura come il volto del tiranno che non può colpire perché non ha sotto la mano arme carnefice. Entrambe riempiono d’ansito la pausa. Giana. È una domanda perfida? è un sospetto? un laccio teso? Mortella. Una certezza. Giana.

E lei non tacer mai, dove che ella si favelli, o in pubblico o in occulto, o in un luogo o in un altro; lei non dormir mai, e volar la notte per lo mezzo del cielo o per l'ombra della terra: non credo altro intendere si debbia se non il suo continuo andamento di questo in quello e, per li suoi rapportamenti vari e molti, metter tremore ne' popoli, e per conseguente fare guardar le terre e alle porti e sopra le torri fare stare le guardie e gli speculatori.

S'infransero a 'l tremore orrido i marmi, e fumaron stridendo l'acque incese. «Eranmi schiavi li astri in lunghe torme; «e in tal regno le feste ho celebrate «de' suoni de' colori e de le formeDisegno di G. A. SARTORIO.