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Aggiornato: 22 giugno 2025
E tornava a passeggiare. Ma il mezzo è detestabile, esclamò poi, ma è tale che nelle vie della legge, per chi n'è l'autore, son preparate la corda e la galera... e in una tale circostanza, e in tali relazioni, e in tal luogo... la cosa diventa più seria che mai... Se dovessi obbedire a quel turbamento, a quel tremore insolito, da cui sono assalito in questo punto... non dovrei far altro che dare alle fiamme tutte queste carte, e non pensarci più e uscire di qui e prepararmi a sopportare la taccia di scimunito piuttosto che quella di ribaldo.... O uomini ricchi, e indipendenti dall'impero del bisogno, e che, standovi a dondolare non avete che bestemmie per chi si trova in condizioni pari alla mia, venite a vedere a che tormentose lotte ci troviamo costretti quando l'onnipotenza delle circostanze ci stringe alla gola!... Egli è vero bensì, che s'io dicessi al Morone di provvedere al mio mantenimento, giacchè egli stesso m'ha tirato in Roma... forse lo farebbe... Ma è una fatalit
A me, importa. La voce di Giovanni pareva meno breve, meno secca. Evitava di guardare Clara. Posso accompagnarvi, un poco? le chiese, frenando il tremore di emozione che lo vinceva. Sì, sì, anche molto. Non seccher
Ella si rialzò con un tremore in tutta la persona. Oh... ancora! Andrea, per quel Dio che ci vede, per quel Dio che deve ridarti all'amor mio, no! non è vero! non è stato mai!... Allora... quella lettera? Ma quale? Quale lettera?... Una di quelle, la lettera che tu volesti mostrarmi.... Un sorriso sfiorò la bocca della baronessa, mentre, curva di nuovo sul ferito, ella tornava ad accarezzarlo.
Ed eccola al cancello. Alla vista della faccia scompigliata di Gabriele, dell'aspetto satanico di Filippo, del contegno di tutti quei forzati presenti, in modo insolito, al suo convegno col fidanzato, Concettella fa presa da tremore. Cosa significava codesto? che si voleva da lei? che aveva dessa? Arrossì, impallidì sotto il suo velo abbassato; un vapore ghiacciato le saliva dai piedi alla testa.
È forse quel tremore che invade il pellegrino quando s'incammina per contrade ignote, è forse quella sfiducia di sè e della propria opera che assale ogni spirito; è forse per la divisione da una cosa che vi fu lungamente e arcilungamente cara: perchè per quanto meschine, per quanto grette per quanto contraffatte siano queste deboli creature che si distaccano da noi, noi non possiamo impedirci di voler loro bene; e sapendo quanto dubbia sia la loro sorte, quanto dubbia sia la loro fortuna, si rimane esitanti, un po' inquieti, un po' crucciati.
E non sará alcuna creatura che non riceva tremore, e renderá a ogniuno il debito suo. A' dannati miserabili lo' dará tanto tormento l'aspecto suo e tanto terrore che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo; a' giusti dará timore di reverenzia con grande giocunditá. Non che egli si muti la faccia sua, però che egli è immutabile, perché è una cosa con meco, secondo la natura divina.
Camminai a passi rapidi su e giù per lo spiazzo, sperando di domare il tremore convulso, il freddo acuto che mi penetrava le ossa, le contratture che mi serravano lo stomaco vacuo. Era un crepuscolo glaciale, polito, quasi direi tagliente. Un lividore verdastro si dilatava su l'orizzonte lontano, in fondo alla valle plumbea ove s'internava l'Assoro tortuoso. Il fiume luccicava, solo.
Innanzi all'uscio della stanza di Giuliana m'arrestai, impotente a frenare il tremore fisico che mi scoteva. Udendo giungere pel corridoio suono di passi, entrai risoluto. Miss Edith usciva dall'alcova su la punta dei piedi. Mi accennò di non far rumore. Mi disse sotto voce: Sta per addormentarsi. Se ne andò, socchiudendo l'uscio dietro di sè, pianamente.
Una gran tenerezza pietosa lo invase; e l’agonia del camello, con quelle scosse improvvise e quelli strani singhiozzi rauchi che facevano sussultare e vibrare sonoramente tutto l’enorme carcame semivivo, e con quelli sforzi affannosi del collo che si sollevava un istante per ricadere su la paglia dando un romor sordo e grave mentre le gambe si movevano quasi in atto di correre, e con quel tremore continuo delli orecchi e quell’immobilit
Concettella ritornò a Napoli lo spirito smarrito e colpito da mille presentimenti. Sognava, vegliando, bagno, prigione, coltelli, ghigliotina, sangue, aveva un tremore continuo: il brivido circolava nelle sue vene. Arrivò a Napoli a mezzodì e corse a casa per trovare nella conversazione di Don Diego una diversione al suo delirio interno. Don Diego era uscito. L'aspettò con ansiet
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