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E allora, , visse come egli aveva sognato, dividendo la vita degli astri, del fiore, dell'ape, del vento, della fonte, del sasso; bevendo la rugiada nel concavo delle foglie, coricandosi sotto le stelle, così riamato nel suo amore per la natura che il freddo non lo toccava, lo molestava il sole, e gli umidi prati non serbavano per lui nessun veleno.

Queste cose vedeva Andalone del Nero colla prudenza della politica: ma fingendo leggerle nella congiunzione degli astri, aveva rizzato l'oroscopo, ed ora spiegandolo a Luchino, da una parte non voleva scemare credito all'arte sua con promesse che uscissero poi vane, dall'altra disperare affatto l'ambizioso signore.

Selva-di-crini! esclamò il giovane, vibrando lampi dagli occhi. Selva-di-crini, per lo appunto.... Tu mi riconosci! Io ti amo da due anni, da due anni ti desidero. Hai tu udito l'altra notte sotto i tuoi balconi una voce che cantava al suono del mandolino la bella romanza che comincia colle parole: Al chiarore degli astri divini Corre il gallo alla Selva di crini?

Il vento solleva e travolge grani di sabbia mostruosi, che sembran spicchi di stelle!... Furono dunque infranti degli astri incandescenti per innalzare una scogliera insuperabile d'oro davanti alla nave del Dio?... Giulia! Fiore carnale! Non dormir, Giulia mia!

D'altronde, se io vi fo la parte che taglio a me stessa; se v'incateno al mio proprio destino che sia un trono di astri o un desinare di arsenico di che vi lamentate voi dunque? Di che? : di che? Voi venite. Io non vi chiamo, per Dio! Ma bandite le nuvole dalla vostra fronte: voi entrate in un cuore nuovo.

Egli è colui che i doloranti sana; Che dalla morte, ch'all'uom rugge intorno, Sotto il suo scudo amico lo allontana Di giorno in giorno. Poi quando a molte umane brame arrise, Toglie quell'ente che vivendo amollo; Ma questo debol ente ei non uccise, Sugli astri alzollo.

O miserando e gramo L'esser nostro di Numi, ove al talento Di mortal plebe abietta, Qual nebbia vana ad agitar di vento, Sorgere a caso e dileguar dobbiamo! Ove andrem noi? Di amici astri deserto È il ciel; d'altari è brulla La terra; inesorabile si avanza La Verit

L'inesorabil logica M'impone altre canzoni; Io non posso più esprimere il pianto, la gioja, Chè mi vennero a noja Le lagrime e i sorrisi dei viventi. Mi rifiuto all'analisi Delle cose crëate, Per viver nel delirio Di altezze sconfinate; Ivi è un eterno fascino, Ivi, un pugno di polve, Che ignoto soffio avvolve, Sembrano gli astri nello spazio ardenti.

Egli disse: mi solleverò fino al cielo, mi collocherò sopra le nubi più alte, sarò simile all'Altissimo.... industriandoti tu a prevalere sopra i tuoi fratelli con quel titolo superbo non è lo stesso che tu dicessi: salirò al cielo, porrò il mio trono sopra gli astri?... Che potrai rispondere a Gesù Cristo giudice quando con questo titolo di universale procuri assoggettarti tutti i fratelli?

Fecesi un dio diverso d'ogni diverso nome di Dio, il Signore, il Creatore, il Santo, il Giusto ecc.; deificaronsi le grandi potenze della natura, l'aria, il fuoco, il sole, altri astri, il cielo, la terra; e deificaronsi i padri delle grandi schiatte e delle genti.