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Siffatti libri piacevano a donne e ad uomini, a vecchi ed a fanciulli; ma non riuscirono mai a inumidire tante ciglia quante ne bagnarono gli Amori di Adelaide e Comingio, il fortunatissimo tra i fortunati racconti divulgati per l’Isola. ³³⁹ Hager, Gemälde, loc. cit. ³⁴⁰ Meli, Poesie: La Villeggiatura. ³⁴¹ Hager, op. e loc. cit.

E il futuro storico del socialismo italiano lascerebbe un gran vuoto nel suo lavoro s'egli non ci dicesse l'influenza che questa donna ha esercitato sul movimento di quest'ultimi venti anni. Nel resto la Kuliscioff è donna capace di grandi amori e di odii inestinguibili.¹ ¹ Non conoscevo la lettera che la Kuliscioff scrisse in carcere.

Molti fattarelli cavati dal mio Turpino, che la riempiono, servono di pretesti a porre in circostanza le dame, i cavalieri, l'arme e gli amori; e dalla circostanza pullula quella satira sul costume, alla quale chiedo la benedizione dal cielo. Alle due consuete sciagure degli altri libri anderá sottoposta la Marfisa. Se una è quella di non essere letta badata, l'altra è quella della critica.

Si rabboniva, dovendo confessare che non ero una cattiva pasta, che dopo il matrimonio la mia condotta fu sempre regolare ed incensurabile; ma non poteva dimenticare la fatale influenza di quella finestra sulla nostra famiglia. Infatti quella finestra coi nuovi amori ci dava sempre dei pensieri smaniosi.

Ell'è una storia semplice, la sua; è la storia di un gentil cuore, ed io amo raccontarvela, perchè onora la specie umana, la quale, pigliata in complesso, si disonora tanto al cospetto di Dio, con tutte le sue ire ingenerose e i suoi ignobili amori.

Torniamo dunque agli antichi amori delle questioni per il prezzo e il peso delle casse, e finalmente si riesce di combinare.

E interroghiamo gli eventi passati, E gli amori, e i dolori, e l'ire, e l'onte; E dai mille fantasimi evocati Attendiam le speranze ed i conforti, Baciando i figli che vedon l'aurora E ripensando ai morti.

In deserta prigion chiuso e dannato Io sono augello dall’ali possenti; E chiedo il folgorar dei firmamenti, E qui m’agito e soffro incatenato. Biondo fanciullo, senti. Io sogno nozze di silvestri fiori Ne l’ombra secolar de la foresta, E de le belve i deliranti amori Su le sabbie del tropico; e gli ardori Del sole e il turbinar de la tempesta, Raggi, procelle e fiori.

Quando il signor Cantinelli va a farle una visita traverso la grata del parlatorio, e la trova gelida, indifferente, completamente staccata da lui, dalla Bianca, e che non parla mai dei nuovi fratellini che non vide neppure, torna a casa dicendo: Era una vera vocazione. Il suo cuore era tutto per Dio e per la religione. Non ha altri amori. Era una vera vocazione.

La Violetta era una di quelle donne che non si sa donde siano venute, dove vadano a finire; talvolta condotte al male dalla turpe miseria, più spesso dal lusinghevole esempio del lusso delle loro sorelle in Eva; fuorviate qualche volta da Alcibiadi spiantati, presso cui riempiono gl'intervalli (ahi troppo lunghi!) di più superbi amori; più spesso da logori Cresi, che esse consolano della freddezza o del tedio domestico; che poscia, avvezze al mercimonio, passano di mano in mano senza arrossire, come le cartelle del debito pubblico, e, ragguagliate da principio a cento, valgono ottanta da capo, oscillano insomma, oscillano sempre tra il più e il meno, tra il meno e il più, secondo i capricci del caso e la credulit