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Ero solo, ero l'ultimo. Quanti popoli, quanti individui, quante vicende erano passate per quella strada! Quanti mutamenti di natura intorno ad essa e nullameno quanta immutabilit

Dal tono, Filippo sentì che si trattava d'un argomento inusitato, e aspettò. Volevo chiederti quante sono a Venezia le contesse Vagli. Non capisco, disse Filippo, guardando stupito lo zio.

PARDO. È tanto cara, che la serbate per voi; ve ne cavarebbe una di bocca quante tanaglie ha il mondo.

Quante volte, sprofondato tra i cuscini della gondola silenziosa, o seduto in un salotto a fianco d'una dama, o in un palco della Fenice tra la luce dorata e lo scintillìo dei diamanti, Filippo Vagli aveva pensato alla piccola amica, che dormiva tranquillamente nella casetta bianca sul campiello muto!

Chi potrebbe esplicare quante sieno le cose, che agli avviluppati nelle cose temporali rompano, turbino, guastino, impediscano i desiderati riposi? Niuna scrittura è che appieno gli potesse mostrare.

D'allora quanti popoli, quanti individui, quante vicende sono passate per la via Emilia!

Leggendo un romanzo di Zola, potete chiedervi quanto l'autore, per iscrivere quel libro, ha veduto, ha notato, ha coordinato, ha riassunto. Nel romanzo della Sperani vi chiedete quanto, per farlo, le è bisognato della sua propria vita, quante lagrime, quanti sconforti, quante amare volutt

L evò la vista, dunque, ove si elice E cco una fiamma ed ove un cieco infante, R accolto l'arco e la saetta, altrice A hi! di quanti martiri, lo diamante T rito mi ruppe al petto e quindi svelse I l cor giá fatto de' sospiri al vento S tridente face e d'acque un fiume lento. O h quante da quell'ora incomenciaro P ene, tormenti, affanni, sdegni ed ire, T ravagli, doglie, angoscie e zelosie!

La cameriera fece cenno di , guardò il dottore e se n'andò; Agenore, pigliando per mano la bella adirata, la trasse con lieve violenza sul divano e cominciò colla sua voce carezzevole: Povera creatura! Povera creatura! Quante doti inapprezzate ed inapprezzabili, quanta bellezza, quanto sentimento, quanta bont

Quante scosse, quanti brividi, quanti accessi di freddo al cuore e di sangue al capo, vi pigliano durante quello spettacolo! Quanti pallori improvvisi! Ma voi, straniero, voi solo impallidite: il ragazzo che avete accanto ride, la fanciulla che vi siede dinanzi è pazza dalla gioia, la signora che vedete nel palco vicino, dice che non s'è mai divertita tanto! Che gridìo! Che esclamazioni! L