United States or Palestine ? Vote for the TOP Country of the Week !


PIRINO. «Caro mio bene, poiché non posso dirvelo a bocca, ve lo scrivo in questa carta con speranza che vi venghi in mano. Mi dispiace darvi cosí amara novella, ma soffritela con pacienza. Mangone mi ha venduta al dottore per cinquecento ducati; e comandandomi che mi fusse adobbata per andar a lui, un dolor cosí forte mi spinse il core, che cadei tramortita.

Io vo' venir teco per saper nuova di costei, e ritrovata, so che ti sará di non poco utile. MANGONE. Pur che mi sia utile, eccomi pronto a far quanto comandi. ISOCO. Di grazia, lasciamo il padron della nave che vada per i suoi affari, ché quando saprai ch'egli abbia errato in alcuna cosa di quel che ti duoli di lui, io voglio rifar il danno. CAPITANO. Isoco, a dio.

MELITEA. L'aspetto suo venerando mi mostra che i suoi costumi sieno pieni di dignitá e di cortesia; poi, vedendo quanto i miei servigi saranno amorevoli e pieni di affezione, non dubito di non esser ben trattato da lui e della mia libertá. MANGONE. Mirate che risposte argute. Di grazia, dimandateli alcuna cosa. FILIGENIO. Quale è il vostro nome?

MANGONE. O che testimone! Mi venne un uomo da parte di costui e mi chiamò per nome Mangone! e dissemi: Poiché sei mercadante di schiavi, il mio padron Rastello Fallatutti di Monteladrone

MANGONE. Dico il vero, a di uomo da bene. FILIGENIO. Giuri la di un altro, non la tua, ché tu non sei uomo da bene. MANGONE. Quanti giurano a di gentiluomo, che non ci sono? Ma se non lo credete, potrete venir infin a casa e vederlo: dopo pranso ne arò la casa piena e potrete eleggerlovi come vi piace. FILIGENIO. Che ho a far io, ché ti ricordassi di me?

MANGONE. E non contento di avermi rubbata la mia schiava, per svillaneggiarmi mi mandasti un presente pieno di furfanterie, con dirmi ch'eran le miglior robbe di Raguggia.

Me gli attaccherei con le mie braccia al collo con nodi e groppi cosí tenaci, che non timor di Mangone o suspetto di vita o di qual si voglia strano accidente me lo farebbono lasciar mai; accioché, bisognando morire, morissi nelle sue braccia, e gli consegnerei il suo deposito. PIRINO. Farò che or ora voi lo vedrete. MELITEA. O Dio, che intendo!

MANGONE. Avea fatto disegno, Amor mio, servirmi di te; ma poiché questo grand'uomo ti vuol comprare e so che ti fará carezze, ho stimato che sia meglio per te venderti a lui. Dimmi, lo servirai tu volentieri? MELITEA. Perché mi diceste prima che aveva a servir voi, mi era disposto servirvi con tutto l'animo.

MANGONE. Sai alcun ballo all'usanza tua? PIRINO. È gran tempo che non l'ho usati; ma però comandandomelo cosí voi, vo' piú tosto servirvi cosí goffamente come so, che disubedirvi. MANGONE. Orsú via. PIRINO. «Siam, siam per via, guallá! siam, siam per via, guallá!».

MANGONE. Tanto è: egli mandatomi da te venne a cercarmi a casa, con dir che volevate tener conto meco di vendere e comprar schiavi. CAPITANO. Come si chiamava quell'uomo? MANGONE. Maltivenga. CAPITANO. Mal ti venga e mille cancheri e mille ruine!