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Buona donna, se altro non mi di', altro non te rispondo. SAMIA. Fingi non intendere, eh? LIDIO femina. Io non te intendo ti conosco e manco d'intenderti e conoscerti mi curo. Va' in pace. SAMIA. Discretamente fai, certo. Alla croce di Dio, che io glie ne dirò bene. LIDIO femina. Dilli ciò che tu vuoi, pur che dinanzi mi ti levi in la tua mal'ora e sua. SAMIA. Va' pur .

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Se’ tu tosto di quell’ aver sazio per lo qual non temesti tòrre a ’nganno la bella donna, e poi di farne strazio?». Tal mi fec’ io, quai son color che stanno, per non intender ciò ch’è lor risposto, quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: «Dilli tosto:

non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch’a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, che ’n vece d’alcun’ ammenda tua fama rinfreschi nel mondo , dove tornar li lece». E ’l tronco: « col dolce dir m’adeschi, ch’i’ non posso tacere; e voi non gravi perch’ ïo un poco a ragionar m’inveschi.

Se' tu si` tosto di quell'aver sazio per lo qual non temesti torre a 'nganno la bella donna, e poi di farne strazio?>>. Tal mi fec'io, quai son color che stanno, per non intender cio` ch'e` lor risposto, quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: <<Dilli tosto: "Non son colui, non son colui che credi">>; e io rispuosi come a me fu imposto.

Vita bestial mi piacque e non umana, come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana». E ïo al duca: «Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù ’l pinse; ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci». E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ’l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Vita bestial mi piacque e non umana, come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana». E ïo al duca: «Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù ’l pinse; ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci». E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ’l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Se’ tu tosto di quell’ aver sazio per lo qual non temesti tòrre a ’nganno la bella donna, e poi di farne strazio?». Tal mi fec’ io, quai son color che stanno, per non intender ciò ch’è lor risposto, quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: «Dilli tosto:

PRUDENZIO. È il diavolo, a parlare con simili ignoranti che non comprendono i sensi delle litterali parole. Ma vacci, se Dio te guardi la grazia nostra; e dilli che venga subito, ché avemo da parlarli de cosa importante. MALFATTO. Volete che venga solo o accompagnato? PRUDENZIO. Come piacerá a lui. MALFATTO. E che volete? che dorma con voi? PRUDENZIO. E va', che tu sei una bestia! Ma odi.