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Poco appresso s'innalzò un nuovo capo ghibellino, Castruccio Castracane, fattosi signor di Lucca e di Pistoia . Tentò Pisa piú volte, ma invano; guerreggiò Firenze, vinsela in battaglia ; e Firenze diede la signoria al duca di Calabria, figlio di re Roberto , per dieci anni.

Erano gli anni 1305 allorchè un cavaliere cinto di tutt’arme, e portante sull’elmo un bruno pennoncello, al cadere dell’ultimo giorno d’aprile uscivasi di Pistoia per la porta di Ripalta, volgendo a maestro il suo focoso destriero.

Ancora d'un cavaliere della Tavola rotonda, nominato Messer Morderet, per simigliante qui si ragiona, il quale essendo nipote de' re Artù, alcuna volta traditolo, da lui d'una lancia per lo petto passando dall'altra parte delle reni per vendetta sentio. E d'un altro cittadino di Pistoia de' Cancellieri, nominato Focaccia, che in simigliante si resse.

Infatti era naturale supporre che Tuccio fosse venuto a Pistoia per lui, e non avendolo trovato subito, ed essendosi imbattuto a caso nel Buontalenti, vecchia conoscenza, di Arezzo, si fosse accompagnato un tratto con quest'ultimo.

Avrei dovuto dire stupefatto, perchè quell'altro era il suo compagno d'arte; era l'uomo che aveva creduto opportuno di separarsi da lui, per non accompagnarlo a Pistoia; era Tuccio di Credi.

Per intanto, sappiate che Tuccio di Credi si dichiarò contrario al viaggio di Pistoia. La citt

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Giunta a Pistoia e rinchiusa nel castello che messer Lapo aveva ereditato da Rosellino Sismondi, la povera fanciulla visse l

Ma che non vi si tenessero con angherie inaudite e sempre peggiori, questo era che almeno chiedevano. Dove che avendoli supplicati da ogni parte ma senza frutto, que’ miseri cittadini si vedevano ridotti di nuovo alla disperazione. I Lucchesi più che i Fiorentini eran quelli che più li tribolavano. E’ dicevano apertamente che volevano disfar Pistoia.

E piu' ui concediamo, che tutti i capi di casa possino portare, & usare tutte le sorte di arme, non prohibiti, e' difensiui ordinarie per tutti li stati nostri, eccetto pero' nella Citta' di Firenze Siena, o Pistoia.