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Per quali diversi oceani veleggiavano le nostre anime! Io non vedeva intorno a me persona più felice di Lidia; i suoi crucci erano piccole angustie appena, e gi

Vita bestial mi piacque e non umana, come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana». E ïo al duca: «Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù ’l pinse; ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci». E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ’l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Vita bestial mi piacque e non umana, come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana». E ïo al duca: «Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù ’l pinse; ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci». E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ’l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Crebbe alla scuola dei crucci paterni; e, male istruito nelle discipline gentili le quali hanno virtù di mansuefare il cuore, sarebbe per avventura, in forza del tristo esempio, riuscito poco dissimile dal padre, se lo amore non avesse inspirato tempestivamente nell'anima sua dolcissimo affetto.

Erano tutt'e due inesperti nella grande arte dell'amore: quindi facili ai crucci, facili a procurarsi scambievolmente motivi di tortura e di disperazione, secondo il loro carattere; poichè Diana era tutta piena di fervori, di delicate fantasie appassionatissime, il Venosa più riconcentrato e più freddo.

Pur non volle far tristi pronostici; lodò Diana di aver affrettato la partenza da Roma, mostrò di confidare negli effetti del cambiamento d'aria, in estate poi alcune settimane passate in montagna o in riva al mare avrebbero compiuta la guarigione. Diana non si dava pace. Ah, perchè, perchè siamo andati a Roma? Via, non si crucci diceva il dottore. Roma è una citt

Diana che la credeva addolorata per l'insuccesso del suo Eugenio a Bologna non tardò ad avvedersi che questo era il minore de' suoi crucci.

Umile e timido, non confidava ad alcuno i suoi crucci, non parlava in famiglia di Loredana, perchè la famiglia di lui la odiava. Egli si contentava di seguir la fanciulla e di vederla bella, prosperosa, felice. La cosa era tanto abituale ormai, che Loredana contava sulla presenza di Adolfo, e s'egli passeggiava nel campiello, essa si tratteneva più a lungo presso sua madre.