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onde la mia risposta e` con piu` cura che m'intenda colui che di la` piagne, perche' sia colpa e duol d'una misura. Non pur per ovra de le rote magne, che drizzan ciascun seme ad alcun fine secondo che le stelle son compagne, ma per larghezza di grazie divine, che si` alti vapori hanno a lor piova, che nostre viste la` non van vicine,

tanto ovra poi, che gia` si move e sente, come spungo marino; e indi imprende ad organar le posse ond'e` semente. Or si spiega, figliuolo, or si distende la virtu` ch'e` dal cor del generante, dove natura a tutte membra intende. Ma come d'animal divegna fante, non vedi tu ancor: quest'e` tal punto, che piu` savio di te fe' gia` errante,

tanto ovra poi, che gia` si move e sente, come spungo marino; e indi imprende ad organar le posse ond'e` semente. Or si spiega, figliuolo, or si distende la virtu` ch'e` dal cor del generante, dove natura a tutte membra intende. Ma come d'animal divegna fante, non vedi tu ancor: quest'e` tal punto, che piu` savio di te fe' gia` errante,

tanto ovra poi, che gi

<<S'elli avesse potuto creder prima>>, rispuose 'l savio mio, <<anima lesa, cio` c'ha veduto pur con la mia rima, non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, si` che 'n vece d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi nel mondo su`, dove tornar li lece>>.

non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch’a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, che ’n vece d’alcun’ ammenda tua fama rinfreschi nel mondo , dove tornar li lece». E ’l tronco: « col dolce dir m’adeschi, ch’i’ non posso tacere; e voi non gravi perch’ ïo un poco a ragionar m’inveschi.

tanto ovra poi, che gi

non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch’a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, che ’n vece d’alcun’ ammenda tua fama rinfreschi nel mondo , dove tornar li lece». E ’l tronco: « col dolce dir m’adeschi, ch’i’ non posso tacere; e voi non gravi perch’ ïo un poco a ragionar m’inveschi.

onde la mia risposta e` con piu` cura che m'intenda colui che di la` piagne, perche' sia colpa e duol d'una misura. Non pur per ovra de le rote magne, che drizzan ciascun seme ad alcun fine secondo che le stelle son compagne, ma per larghezza di grazie divine, che si` alti vapori hanno a lor piova, che nostre viste la` non van vicine,

<<S'elli avesse potuto creder prima>>, rispuose 'l savio mio, <<anima lesa, cio` c'ha veduto pur con la mia rima, non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, si` che 'n vece d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi nel mondo su`, dove tornar li lece>>.