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Aggiornato: 5 giugno 2025


La luna cala dietro le torri ed i campanili. Zitti: il Montecchio dal giardino ascese per l'ardua via al talamo nuziale, chè la canzon dell'Ora egli gi

FORCA. Nascondiamoci e ascoltiamo, ché da' suoi maneggi ne caveremo principio di qualche garbuglio: ogni suo trattamento ne potrebbe giovare. MANGONE ruffiano, FILACE servo, PIRINO, FORCA. MANGONE. Filace, olá, non odi? cala qua giú presto. FILACE. Eccomi.

ne' mai qua giu` dove si monta e cala naturalmente, fu si` ratto moto ch'agguagliar si potesse a la mia ala. S'io torni mai, lettore, a quel divoto triunfo per lo quale io piango spesso le mie peccata e 'l petto mi percuoto, tu non avresti in tanto tratto e messo nel foco il dito, in quant'io vidi 'l segno che segue il Tauro e fui dentro da esso.

SPEZIALE. Vuoine tu un altro migliore? lásciatelo fare. MORFEO. Tu sei risoluto non partirti? SPEZIALE. Tu indovini, se prima nol faccio. Fa' buon animo. MORFEO. Come ho a far per far buon animo? SPEZIALE. Rissoluzione: cala la testa, stringi i denti e tira il fiato a te. MORFEO. Cosí farò.

Se la fera si volta, ei muta strada, ed a tempo giù cala, e poggia in suso: ma come sempre giunga in un diaspro, non può tagliar lo scoglio duro ed aspro.

Altre persone sopraggiungono; i contadini col cadavere stanno per arrivare: bisogna affrettarsi. Finalmente il vecchio si decide a picchiare all'uscio. Dietro i vetri si vede costui nell'interno; si scorgono i gesti delle persone, il precipitarsi di esse verso l'uscio... e cala la tela! Ah, c'è l'Ibsen che pensa per lui e per gli altri!

Tornerete presto.... me lo dice il cuore. Escono cicalando per la comune. Giovanni li guarda uscire. MASSIMO a Giovanni. Non temere. Si ricomincia. Speriamo. Via tutti. Lucia resta sola e si getta a singhiozzare su di una poltrona. NENNELE torna correndo, prende Lucia fra le braccia e la bacia mille volte in viso. Nennele. Nennele. Zitta, zitta, zitta. Fugge. Cala la tela.

Appena la barca fu in vista, vennero dalla Cala fatti segnali collo sventolare di un fazzoletto, e la barca, veduti i segnali, si accostò subito alla spiaggia. Era il momento solenne. Il Carmagnini aveva abbandonato il suo posto di guardia, dal momento che la barca si era accostata. Garibaldi in tutta la sua fierezza guardava al mare.

Tra Lerice e Turbia la piu` diserta, la piu` rotta ruina e` una scala, verso di quella, agevole e aperta. <<Or chi sa da qual man la costa cala>>, disse 'l maestro mio fermando 'l passo, <<si` che possa salir chi va sanz'ala?>>. E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso essaminava del cammin la mente, e io mirava suso intorno al sasso,

MARTEBELLONIO. Cala qua giú e pigliati cinquanta scudi. LECCARDO. Sali qua tu e pigliatene cento. MARTEBELLONIO. Cala qua giú, traditore, e pigliati mille scudi. LECCARDO. Sali qua tu, forfante, e pigliatene dumila. MARTEBELLONIO. O Dio, che tutto mi rodo per aver in man quel traditore! LECCARDO. O Dio, che tutto ardo per non poter castigar un matto!

Parola Del Giorno

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