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Don Giovanni non intendeva. Seguitava a singhiozzare come un bambino, nascondendo la faccia nel grembiule di Rosa Catana; e tutto il suo corpo era scosso dai sussulti del pianto.

Ella cessò di singhiozzare, e mi guardò; e gli occhi benché bruciati dalle lacrime, le si dilatarono esprimendo un'ansiet

L'accordo funebre, tremante, lento, sfinito sale inondando il silenzio d'una amarezza disperata. Al terzo accordo mi fermo, poichè sento il mio amico singhiozzare dietro di me. Vado a sedermi vicino a lui e gli batto sulla spalla per confortarlo: Su coraggio, devi dimenticare, vieni via è meglio per te.

Fino al giorno però in cui mio padre venne improvvisamente a disperdere le mie ultime illusioni, io non avevo ancora sentito l'abbattimento così disperato che quel giorno mi faceva singhiozzare bocconi sul letto, brancicando la coperta con mani convulse. Mi sembrava che il mondo fosse crollato attorno a me e che fosse sparita ogni luce. Dario! Dario! sentii chiamare. Era la voce di mia madre.

Ella mi disse: «Sono pochi i fiori nell’orto!... Ottobre ce li porta via tutti!... V’è qualche rosa tuttavia, ma i crisantemi sono in boccio ancoraNel piccolo orto c’era odor di bosso amaro, odor di pace e di convento. Squillava una campana, alta nel vento, dalla chiesetta candida di Mosso. Singhiozzare volevo: «Io soffro. O buona, aiutatemi voi. Venni per questo.

Mamma, mamma, non singhiozzare!... oh Signore! eccomi a te... sento mancarmi il respiro... mi si chiudono gli occhi! E ricadde sui guanciali, supina, immobile. Zelmira era morta. Tecla e Giaimo alzarono un grido disperato, e se il prete non li avesse rattenuti si sarebbero forsennati gettati sul corpo dell'amata, baciandolo per gli occhi, per la bocca, per tutto il volto.

Giovanni, all'aspetto di quel dolore, parve sentire un pentimento e stette un poco in bilico, non sapendo come farla; poi rispose esitando: Coraggio!... La non si disperi così... La cosa non è affatto sicura... ho delle buone speranze che non sia... La donna si abbandonò tutta al suo dolore. Strinse a i suoi piccini e si diede a singhiozzare con tanto tormento che era una pena il sentirla.

«Non toccarmi; io sono venuto a vederti morire, non a perdonarti.» «E bene, io muoio... e ti perdono...» «Io vivo, e ti detestoAllora Manfredi cadde riverso, andò molto che prese a singhiozzare forte, e ad esclamare tra i singulti: «Non favellarmi mite... oh! non mi ti mostrare placido... dimmi parricida... straziami con la rampogna degli occhi, padre mio.

Gismonda vinta dal dolore non rispose; chinò la testa, e grosse lacrime le ricorsero agli occhi: gli socchiuse l'affettuosa per nasconderle alla vista di Yole, ma la passione nol sofferse: tornò a sollevarli verso la sua donna; e non vedendola commossa, la piena del cuore gittato ogni freno proruppe. Un singhiozzare frequente dimostrava quanto grande fosse stata la offesa per la gentil damigella.

Pareva impossibile come il vecchio avesse ancora in stesso quella forza, con cui pronunziava queste parole. Damiano le ascoltava riverente, e pur frenavasi dal piangere; ma il suo minore fratello, che fino allora aveva pianto tacitamente, cominciò a singhiozzare; e, per soffogar quello schianto del cuore, nascose tra le mani il volto e tutto si abbandonò sul letto di suo padre. Intanto, fatta gi