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E però gli dice: «Piú lieve legno convien che ti porti»; volendo per questo mostrare che, quando la colpa è piú lieve, piú lievemente trapassi Acheronte.

«il popolo dei suoi vaghi ella aduna: «lascia il letto, il giardino, il verde monte «e scende al fiume al lume della luna. «Son lusinghiere danze sopra il ponte «della nave dorata, ma la bruna «corrente mette capo ad AcheronteScendono le parole colla fede dei cavalieri al cuor come lustrale acqua a purificare e in alto sale la mente quando la Fata procede.

Lor corso in questa valle si diroccia; fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; poi sen van giù per questa stretta doccia, infin, l

Ciascuna parte, fuor che l'oro, e` rotta d'una fessura che lagrime goccia, le quali, accolte, foran quella grotta. Lor corso in questa valle si diroccia: fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; poi sen van giu` per questa stretta doccia infin, la` ove piu` non si dismonta fanno Cocito; e qual sia quello stagno tu lo vedrai, pero` qui non si conta>>.

Per questa fiumana la viziosa e ignorante operazione del mondo s'intende, la quale Acheronte si chiama, cioè sanza allegrezza interpetrata, si come principale fiume de' quattro infernali che nelle infrascritte chiose si contano. E venni a te così com'ella volse; Dinanzi a quella fiera ti levai Che del bel monte il corto andar ti tolse

Lor corso in questa valle si diroccia; fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; poi sen van giù per questa stretta doccia, infin, l

Ond'io, ch'era ora a la marina volto dove l'acqua di Tevero s'insala, benignamente fu' da lui ricolto. A quella foce ha elli or dritta l'ala, pero` che sempre quivi si ricoglie qual verso Acheronte non si cala>>. E io: <<Se nuova legge non ti toglie memoria o uso a l'amoroso canto che mi solea quetar tutte mie doglie,

Secondo che scrive Pronapide nel suo Protocosmo, Acheronte è un fiume infernale, il quale dice che in una spelunca, la quale è nell'isola di Creti, nacque della prima Cerere figliuola di Celio; e, vergognandosi di venire in publico, per certe fessure della terra se ne discese in inferno.

ché di giusto voler lo suo si face: veramente da tre mesi elli ha tolto chi ha voluto intrar, con tutta pace. Ond’ io, ch’era ora a la marina vòlto dove l’acqua di Tevero s’insala, benignamente fu’ da lui ricolto. A quella foce ha elli or dritta l’ala, però che sempre quivi si ricoglie qual verso Acheronte non si cala».

Ciascuna parte, fuor che l'oro, e` rotta d'una fessura che lagrime goccia, le quali, accolte, foran quella grotta. Lor corso in questa valle si diroccia: fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; poi sen van giu` per questa stretta doccia infin, la` ove piu` non si dismonta fanno Cocito; e qual sia quello stagno tu lo vedrai, pero` qui non si conta>>.