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e drizzeremo li occhi al primo amore, sì che, guardando verso lui, penètri quant’ è possibil per lo suo fulgore. Veramente, ne forse tu t’arretri movendo l’ali tue, credendo oltrarti, orando grazia conven che s’impetri grazia da quella che puote aiutarti; e tu mi seguirai con l’affezione, sì che dal dicer mio lo cor non parti». E cominciò questa santa orazione: Paradiso · Canto XXXIII
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon, ch’è d’i sommersi. Io era gi
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon ch'e` d'i sommersi. Io era gia` disposto tutto quanto a riguardar ne lo scoperto fondo, che si bagnava d'angoscioso pianto; e vidi gente per lo vallon tondo venir, tacendo e lagrimando, al passo che fanno le letane in questo mondo.
ne' quantunque perdeo l'antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. <<Dante, perche' Virgilio se ne vada, non pianger anco, non pianger ancora; che' pianger ti conven per altra spada>>. Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l'incora;
ne' quantunque perdeo l'antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. <<Dante, perche' Virgilio se ne vada, non pianger anco, non pianger ancora; che' pianger ti conven per altra spada>>. Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l'incora;
né quantunque perdeo l’antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. «Dante, perché Virgilio se ne vada, non pianger anco, non piangere ancora; ché pianger ti conven per altra spada». Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l’incora;
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon, ch’è d’i sommersi. Io era gi
e drizzeremo li occhi al primo amore, si` che, guardando verso lui, penetri quant'e` possibil per lo suo fulgore. Veramente, ne forse tu t'arretri movendo l'ali tue, credendo oltrarti, orando grazia conven che s'impetri grazia da quella che puote aiutarti; e tu mi seguirai con l'affezione, si` che dal dicer mio lo cor non parti>>. E comincio` questa santa orazione: Paradiso: Canto XXXIII
né quantunque perdeo l’antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. «Dante, perché Virgilio se ne vada, non pianger anco, non piangere ancora; ché pianger ti conven per altra spada». Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l’incora;
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon ch'e` d'i sommersi. Io era gia` disposto tutto quanto a riguardar ne lo scoperto fondo, che si bagnava d'angoscioso pianto; e vidi gente per lo vallon tondo venir, tacendo e lagrimando, al passo che fanno le letane in questo mondo.
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