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E quando donna Laura, dopo una lunga pausa, le ebbe con poche frasi secche ed incisive, fatto rimprovero del suo contegno, ella, senza levare gli sguardi, disse candidamente quello che le stava nell'anima; la confessione del proprio errore le parve in quell'ora una espiazione coraggiosa; rassegnata ad obbedire a tutto ciò che la signora le avrebbe ingiunto, una sola cosa chiedeva come una grazia suprema: che le fosse risparmiato il dolore della disistima da parte di Bianca: che il suo ricordo nella mente della cara giovinetta potesse rimanere incontaminato e sereno.

Oh.... al ritorno! esclamò Laura tristemente. Chi sa?... Colla punta dell'ombrellino cancellò sulla sabbia le teste orribili disponendosi a tracciarne delle peggio; ma aveva appena preparato lo spazio, che richiese le ore. Sono le tre! risposi, guardando l'orologio. Ho un appuntamento alle tre e mezzo colla sarta, ella fece, alzandosi con qualche fatica. Vuoi riaccompagnarmi?

Ecco la chiave! gridò egli, entrando col prezioso arnese tra le dita. Essa era a terra, di costa al tavolino. Anch'io ho trovato la mia! borbottò Roberto Fenoglio, guardando di sott'occhi madonna Laura. Quindi, fattasi scorrere la palma della mano sulla fronte, come un uomo che ha presa una deliberazione, entrò a parlare in tal guisa. Felicino, amico mio, ti presento mia moglie! Tua moglie!

Non m'inganno: vi voglio bene. Egli impallidiva sempre più. Un tremolio gli agitava gli angoli delle labbra. Ve ne scongiuro, Laura, non mentite! Rimanete bella, malvagia, seducente, ma indifferente, ma lontana, ma inafferrabile! Se volete che v'adori, ditemi che non mi amate. Io non vi capisco, voi siete pazzo, Cesare: io so che v'amo. Addio, Laura. Non ve ne andrete, spero. Me ne vado; addio.

La vita, che i Polverari conducevano, era ritiratissima. Donna Laura, tremante sempre per la salute de' suoi figli, che sapeva assai cagionevole, non vivea che per essi, vigilando con instancabile sollecitudine alle loro cure ed attendendo con iscrupolo alla loro istruzione.

Così Donna Laura, chiusa in questa specie di mondo interiore che ogni giorno più assumeva le apparenze della vita, passò li anni, molti anni, sino alla vecchiezza. Tante volte aveva chiesto all’antico amante notizie del figliuolo. Ella avrebbe voluto rivederlo, sapere il suo stato.

Quel buon ragazzo d'Ettore Caccianimico, il quale aveva giudicata Laura moribonda!... Ci saremmo rivisti a Pallanza, dove la donna avrebbe riposta a soqquadro la citt

Lidia era l'aurora fredda; Laura con dieci anni più di Lidia, era il tramonto dorato d'un'esistenza ardentissima.... In una strana rievocazione, mi sentivo gi

Avrei volontieri apprese le doti di Laura: ma leggendole, non dalla bocca di uno che aveva baciata la sua bocca; non da una viva voce cui aveva risposta la voce della donna. Poi, rapidamente, io diventava debitore di Gian Luigi, perchè alla sua rinata intimit

Non furonvi se non gradazioni di pentimento nel mio animo, quel giorno; dal pentimento assoluto di non aver sùbito corrisposto a Laura, al pentimento meschino delle confidenze monche. Per certo, Ettore non aveva nulla capito.