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Certo, corroborò donna Teresa, alzandosi ella pure con un sospirone; avete fatto un romore indiavolato per delle fanciullaggini.... Non c'è stata colpa in Lidia, come non ci fu nel signor Caccianimico.... Dunque, esclamai, venite voi pure a concludere ch'io sono ombrosissimo?... Pietro Folengo si strinse nelle spalle. Sono contrario alla mania di concludere, disse.

Ettore Caccianimico, fiancheggiato dalla moglie e da Angela Tintaro, ci seguiva portando la valigetta di Laura; io m'offersi di prendere una piccola borsa di pelle che Laura aveva alla mano; ma la signora si rifiutò, dicendomi: No, no. Questa non si tocca. C'è tutta la mia corrispondenza, qui dentro. Di': tutta la nostra; corresse Giorgio con un sorriso celestiale. Ettore Caccianimico tossì.

Arrivati all'albergo, Giorgio lasciò Laura, il Caccianimico diede la valigia ai servi accorsi; vi ebbe un istante in cui Laura ed io fummo a viso a viso, discosti dagli altri. Vieni a trovarci, ella sussurrò prestamente. E di' a tua moglie che non c'è bisogno di scuse perchè io la dispensi da ogni visita.... M'accomiatai, sottraendomi a un invito a colazione fattomi da Giorgio con insistenza.

Era giunto anche Ettore Caccianimico, il quale conoscendo Marta Giustiniani allora per la prima volta, non potè reprimere un movimento di stupore.... Ciò io temeva, appunto: e guardai Gian Luigi Sideri.... Questi, accoccolato innanzi a Lidia, le proponeva scherzosamente una partita di écarté sull'erba, ma girando poi gli occhi intorno e fissandoli in volto alla Giustiniani, non sembrò affatto stupito colpito dalla rassomiglianza colla donna che doveva avere in cuore.

Arrivai inatteso, verso mezzogiorno. Allo sbarco, un gruppo variopinto d'uomini e signore osservava la solita manovra dell'approdo; io, confuso tra la folla sopra-coperta, distinsi immediatamente nel gruppo Lidia al fianco d'Ettore Caccianimico; ella guardò i passeggeri, non mi vide, si volse a pronunciar qualche parola con Ettore.

Mercè l'opera di Laura, la villa Caccianimico s'era tramutata in una gran sala di divertimento; il giardino si popolava di giovanotti e di signore attratti dai giuochi eleganti che Giorgio, Ettore e Laura avevano organizzati; il pianoforte era tormentato di notte fino a tarda ora e dalle finestre aperte prorompevan grida ilari, schiamazzi, risate femminili; dopo il trattenimento, la baraonda usciva per le strade a far serenate coi mandolini e le chitarre, e di tutto Laura Uglio era l'anima informatrice....

Non ricamava più; leggeva spesso i libri inviatile da Ettore Caccianimico, ma saltandone molte pagine per seguire il nudo fatto raccontatovi, come un viaggiatore che fra l'erba folta cerchi il sentiero diritto e meno faticoso, poco importandogli d'osservare il verde circostante.

Perchè era così sana e lieta di giovanezza Lidia quando Laura moriva? Uscii bruscamente dal salotto, lasciandovi mia moglie e il Caccianimico, nella ridicola speranza che un'altra camera, un'altra luce, potessero calmarmi.

Nella grammatica inglese una lettera del Caccianimico, aperta; aperta, quindi leggibile a tutti: eppure, avrei pagato non so che per leggerla io pure; se l'avessi fatto sùbito, come per distrazione, la cosa sarebbe venuta naturalissima; ora, bisognava darle un significato dal quale rifuggivo. E adesso, mormorò Lidia venendomi incontro, vorresti lasciarmi sola? Debbo mutar d'abito per il pranzo.

Non osavo scrivere, presentarmi in casa Uglio, ricordando come l'ultima volta appunto in cui c'eravamo incontrati, Giorgio avesse finto di non vedermi per sottrarsi all'obbligo del saluto. Quand'ebbi campo d'appartarmi con Ettore Caccianimico, gli spiegai tutto questo, un po' titubante.