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Questa è quella continua riprensione che Io fo al mondo col mezzo della sancta Scriptura e de' servi miei, ponendosi lo Spirito sancto nelle lingue loro anunziando la mia veritá; come el dimonio si pone in su la lingua de' servi suoi, cioè di coloro che passano per lo fiume iniquamente.

La quale sensualitá con amore proprio hanno facta donna, e la tapinella anima hanno facta serva; dove Io gli feci liberi, col sangue del mio Figliuolo, della liberazione generale, quando tucta l'umana generazione fu tracta della servitudine del dimonio e della sua signoria.

E' mi par che l'abbia il dimonio in corpo. E pur Lidio doverria avergliene cavato. FULVIA. Oh fraudolenti spiriti! oh sciocche umane menti! oh ingannata e infelice Fulvia, che, non pur te sola offeso hai, ma ancora chi piú che te stessa ami!

Gòdeti questa vita, e nella extremitá della vita, cognoscendo te, riceverai misericordia. E per questo modo el dimonio lo' fa perdere il timore col quale avevano cominciato. Per tucte queste e molte altre cose vòllono el capo indietro e non sonno constanti perseveranti.

che vedi che commectono ingiustizia, e però sonno puniti dell'uno e de l'altro insieme, avendo essi dispregiata la misericordia mia. E Io, con giustizia, gli mando insieme con la serva loro crudele della sensualitá, col crudele tiranno del dimonio, di cui si fecero servi col mezzo d'essa serva della propria sensualitá loro, ché insieme siano puniti e tormentati, come insieme m'hanno offeso.

La cui ferma fede conoscendo Cristo, non le volle, quantunque de' suoi figliuoli non fosse, negare la grazia addomandata; ma, rivolto a lei, disse: Femmina, grande è la fede tua: va', e cosí sia fatto come tu hai creduto. E quella ora fu dal dimonio liberata la figliuola di lei.

«Allor con gli occhi vergognosi e bassi, Temendo no 'l mio dir gli fosse grave», cioè noioso, «Infino al fiume», d'Acheronte, «di parlar mi trassi», cioè senza parlare mi condussi. «Ed ecco verso noi». Questa è la quinta parte della suddivisione del presente canto, nella quale l'autore mostra un dimonio venire verso loro in una nave e passar gli altri, e lui non aver voluto passare.

E però io ti ringrazio, somma ed etterna bontá, che, nel manifestare la tua veritá e lo inganno del dimonio e la propria passione, m'hai facto conoscere la infermitá mia. Unde io t'adimando per grazia e misericordia che oggi sia posto termine e fine che io mai non esca della doctrina tua, data a me da la tua bontá e a chiunque la vorrá seguitare, però che senza te neuna cosa è facta.

Unde corrivi per lo fiume delle delizie e stati del mondo con la propria volontá, seguitando la fragile carne e le molestie e temptazioni del dimonio. Il quale dimonio con la vela della tua propria volontá t'ha menato per la via di socto, la quale è uno fiume corrente; unde t'ha condocto con lui insieme a l'etterna dannazione.

O dimonio sopra dimonio! in tucto se' facto peggio che il dimonio. Molti dimòni sonno che hanno a schifo questo peccato; e tu, che se' facto peggio di lui, vi t'involli dentro come il porco nel loto. O immondo animale, è questo quel ch'Io ti richiego, che tu con la virtú del Sangue, del quale Io t'ho facto ministro, cacci le dimonia da l'anime e da' corpi; e tu ve li mecti dentro?