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Aggiornato: 16 giugno 2025


Il rumore ogni giorno saliva. Quel mugnaio, adirato, parlava di scacciare la figlia. Anzi disse ch’ella aveva nel corpo il dimonio del fuoco degli uomini, e perciò vedeva con doppi occhi, ed era meglio la buttasse per la campagna, con la sua treccia spettinata ed i suoi occhi da trovar fortuna. Ma dal borgo il rumore saliva.

Nella speranza essi non sonno notricati, però che non hanno sperato in me nel Sangue, del quale Io gli feci ministri, ma solo in loro medesimi e negli stati e delizie del mondo. E non vedeva il misero dimonio incarnato che ogni cosa gli stava ad usura, e come debitore gli conveniva rendere ragione dinanzi a me?

Allora el dimonio non potendo sostenere l'umilitá della mente la speranza della mia bontá, disse a te: Maladecta sia tu, ché modo non posso trovare con teco! Se io ti pongo abasso per confusione, e tu ti levi in alto a la misericordia. E se io ti pongo in alto, e tu ti poni abasso, venendo ne l'inferno per umilitá, e intro lo 'nferno mi perseguiti.

Se tu vuoli giognere a vita, ti conviene perseverare nella virtú; e chi vuole giognere a morte etternale persevera nel vizio. che con perseveranzia si viene a me che so' vita, e al dimonio a gustare l'acqua morta. Exposizione sopra quella parola che dixe Cristo: «Chi ha sete venga ad me e beia».

Poi Ildebrandino e Oberto: Oberto era il dimonio della gelosìa; lividissimo, furente, toglieva una ciotola ai cani, in quella sputava, e in quella poneva la testa di Ugo. Il conte d'Auriate ridacchiava.... Madonna di Saluzzo, voto dieci lampade d'oro! gridava Ugo. Allora di nuovo ecco una cappella ardente, ecco una donna....

Di tucte quante le cose, che esso ama sensitivamente, ne trae pena con molti disordinati timori; hanno presa la croce del dimonio, gustando l'arra de l'inferno in questa vita, ne vivono infermi con molti diversi modi se essi non si corregono, e ricevonne poi morte etternale.

E però s'aumiliano con vero cognoscimento di loro, e spregiano ogni consolazione e abracciano e stringono la doctrina della mia Veritá. El dimonio, come confuso, rade volte o non mai in questa forma vi torna.

Veramente questo è segno dimostrativo, che ti dimostra quello che è inganno e quello che non è inganno: cioè de l'allegrezza che ricevi nella mente tua da me in veritá, da l'allegrezza che ricevessi per proprio amore spirituale, cioè da l'amore ed affecto che avessi posto a la propria consolazione: quella che è da me è unita l'allegrezza con l'affecto della virtú, e quella che è dal dimonio sente solamente allegrezza, e, quando viene a vedere, tanta virtú si truova quanto prima.

Questo ha facto la mia bontá: d'avere proveduto verso di voi, a' perfecti e agl'imperfecti, in qualunque stato voi sète, perché neuno inganno voi potiate ricevere, se vorrete conservarvi el lume de l'intellecto che Io v'ho dato con la pupilla della sanctissima fede, che voi non vel lassiate obumbrare dal dimonio e nol veliate con l'amore proprio di voi.

O dimonio incarnato, senza lume, tu cerchi quel che tu non debbi cercare; loditi e vantiti di quello che tu debbi venire a grande confusione e vergognarti dinanzi a me, che veggo lo intrinsico del cuore tuo, e dinanzi a le creature. Tu se' confuso, e le corna della tua superbia non ti lassano vedere la tua confusione.

Parola Del Giorno

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