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Hic uterum matris intelligit. «Decem mensium tempore coagulatus sum in sanguine». Sap. «Melpomene tragico proclamat moesta boatu». VIRG. Asperitatem rythmorum ipsa haec materies deposcit. «Non facit ad lacrimas barbitos ulla meas». OVID. Ahi! di qual gioia e quanto bella effige traboccar vidi l'uomo in tanto scorno!

NARTICOFORO. Poco anzi con encomi egregi onorasti Narticoforo ludimagistro, e or ricanti la palinodia chiamandolo semifatuo e mentitore. GERASTO. Ho lodato Narticoforo; ho detto mal di te. NARTICOFORO. Ego sum Narticoforus «fama super aethera notus». GERASTO. Tu Narticoforo romano? NARTICOFORO. Ipsissimus Narticoforus.

REPETITORE. Aspettate, ch'io pichiarò di sorte che me farò intendere allo maestro. Toc, tac, tic. PRUDENZIO. Chi impulsa la porta? Olá! REPETITORE. Ego sum, sono io. PRUDENZIO. Sei forsi el nostro substituto del ludo litterario? REPETITORE. Domine, ita. RUFINO. De corpo a tutti doi! PRUDENZIO. Chi è colui ch'è in vostro consorzio? REPETITORE. L'è uno che vole...

Domine non sum dignusTuttavia il Mastai nella guisa, che ogni prete dabbene dopo avere per tre volte detto: Domine non sum dignus, si mastica bravamente il Redentore, profferita appena la propria debolezza montò ardito, e franco nella barca di San Pietro, ed agguantato il timone si commise in mezzo al mare tempestoso.

Scritta la lettera, Giacomino la collocò in luogo tale che il babbo al mattino la scorse prima di ogni altra cosa. Di fatto il babbo la scorse, la aprì, la lesse e riconobbe che il suo Giacomino ha cominciato a pensare. Ah, se il signor Antonio sapesse il latino, come si rallegrerebbe ripetendo il motto di Cartesio: cogito ergo sum, cioè non più Giacomino birichino, ma homo sum!

PROTODIDASCALO. Heus, olá, a chi dico io? LALIO. Se non lo sai tu a chi dici, tampoco lo so io. PROTODIDASCALO. «Tibi dico, Pamphile». LALIO. Parlate con me? PROTODIDASCALO. Optime quidem, bene. LALIO. Chi sète voi? PROTODIDASCALO. Ego sum Protodidascalo gimnasiarca, ludimagistro, restitutore e reintegrator del romano eloquio all'antica candiditate «fama super aethera notus».

Quanto a me, da un pezzo io vivo lontano dal mondo e dalle sue pompe, e non ho più entratura colle dame. A proposito, ne ho visto una, poc'anzi; sempre bella tra tutte le belle, sempre Giunone all'aspetto e al portamento. Ah, capisco; disse Filippo, che sulle prime non aveva inteso a chi volesse alludere Ariberti. Vieni, ti presento a lei. No, grazie. Perchè? Domine, non sum dignus.

PRUDENZIO. Chi impulsa l'hostio? LUZIO. Ego sum, domine. PRUDENZIO. Bene veniat. Oh! Magnifico misser Antonio, fate introire il nostro discipulo. MALFATTO. Vedi che t'ho ditto lo vero? LUZIO. Oh! tu sei el buon figliolo! Ma sta' cheto, de grazia. MALFATTO. Voglio parlare per dispetto tuo, voglio parlare; misser , che voglio parlare. Vedi !

.... Che la vita, dico io, è un sogno, una allucinazione, che tutto è apparenza quaggiù, tanto che Pirrone dubitava perfino di esistere e lo avrebbe fatto crepar dalle risa il signor Cartesio colla sua goffa trovata de! «Cogito ergo sum». Siamo noi dunque così sicuri di pensare? Io per me, o signori, e, m'immagino, anche voi, ne dubito forte.

GIACOMINO. Costui se non è imbriaco da dovero, farnetica da buon senno. GIACOCO. Dimmi, si' ommo o lombardo, si' iudío o cristiano, ca no te ntenno ca dici. PEDANTE. Sum vir probus et circumspectus procul dubio. GIACOCO. Ha nommenato ser Pruocolo da Puzzuolo: m'ave cèra de cristiano. GIACOMINO. Sará qualche pedante.