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PROTODIDASCALO. Heus, olá, a chi dico io? LALIO. Se non lo sai tu a chi dici, tampoco lo so io. PROTODIDASCALO. «Tibi dico, Pamphile». LALIO. Parlate con me? PROTODIDASCALO. Optime quidem, bene. LALIO. Chi sète voi? PROTODIDASCALO. Ego sum Protodidascalo gimnasiarca, ludimagistro, restitutore e reintegrator del romano eloquio all'antica candiditate «fama super aethera notus».

Alloquar hominem hic et haec homo: lo uomo e la femina. Femina da bene! NEPITA. Oh, oh, costui mi chiama «femina da bene»: o è un asino o non deve parlar con me. NARTICOFORO. Optime quidem. Deterrima muliercula, idest pessima e cattiva femina. NEPITA. tampoco cosí; ma dimmi «femina men cattiva dell'altre». NARTICOFORO. Tibi Obtemperabo. Femina men cattiva dell'altre, ditemi, state voi qui?

«Ut navem et aedificium idem destruit facillime qui struxit, sic hominem eadem optime quae conglutinavit natura dissolvit». CIC. TRIPERUNO. Or questo de gli altri piú sodisfarmi pare, maestro mio. LIMERNO. Avrei con men durezza composto loro, se la divisione di essi trionfi in mia balía stata fusse. Per qual Giustizia disse a te si rese Papa mai , s'è, Papessa alcuna?

MALFATTO. Misser no: un somaro. PRUDENZIO. E quo casu lui? MALFATTO. Non ho comparato caso, messer no. Avete fame, neh vero? PRUDENZIO. Io arei per manco de darte un equo, se tu non taci, che disputare. Gran cosa che questa inclita cittá magnanima sia cosí sterile del consorzio de' viri probi e sia fertile delli invidiosi inimici delle sacrosante, buone e megliori e optime vertú!

VIRGINIO. , conosco; e non potrebb'esser piú mio amico di quel che gli è. Ma che volete voi da lui? Se pensate d'alloggiar seco, vi dico che gli ha altre facende e che non vi attendere: che cercate pur altro oste. PEDANTE. Voi sète per certo esso. Salvete, patronorum optime. VIRGINIO. Sareste mai messer Pietro de' Pagliaricci maestro di mio figliuolo? PEDANTE. , sono.

Felicino Magnasco entrò coll'aria più impacciata che vi possiate immaginare, e ne aveva ben donde. Roberto Fenoglio non lo era meno di lui. Oh, buon giorno, Felicino! esclamò egli, senza sapere che cosa si dicesse. Che buon vento ti porta quassù? Come va la salute? Bene, grazie; e la tua? Optime, Felicino, optime; e che cosa mi frutta una tua visita così mattiniera? Ah !... rispose l'altro.

Optime, fili mi; e lasciatevi vedere domani, che oggi s'è lavorato abbastanza. Nel quale i lettori non genovesi impareranno chi fossero Barudda e Pippía.

Dalle infirmitá nascono i rimedi, da' malefici le leggi e da' disordini i migliori ordini. TEODOSIO. Come si correggerá tanta pazzia e temeritá d'un giovane? FILASTORGO. Col senno e con la prudenza di vecchi. PROTODIDASCALO. Optime quidem, congrua risposta. TEODOSIO. Indegno d'un uom da bene. FILASTORGO. Convenevole ad un amante. TEODOSIO. Ará tolto l'onor alla vergine.

El quale more di fuora eccellentemente. Se cosí bene di drento more, non sentirá cosa che io gli faccia; e cognoscerollo a questo. Zas! Bene. Zas! Benissimo. Zas! Optime. Calandro! o Calandro! Calandro! CALANDRO. Io son morto, i' son morto. FESSENIO. Diventa vivo, diventa vivo. ! ! ché, alla , tu muori galantemente. Sputa in . CALANDRO. Oh! oh! uh! oh! oh! uh! uh!