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Tu fili, o Madre, presso il focolare insanguinato.

Non sono reo; sono uno sventurato: non tanto nero quanto mi dipingono.... Signor Presidente, dice Guerrazzi, che la trama del mondo si compone di fili di ferro! Sventurato!... Come!... quel feroce don Peppino, il terrore delle vicine contrade, che fu causa prima dei misfatti atroci che funestarono questa provincia, non siete voi? Rispondete! Non siete voi quel tal don Peppino? Sono io.

Anna empiva di profenda la greppia e d’acqua l’abbeveratoio. Quando il calore era grande, ella veniva sotto la tettoia a meriggiare. L’asino triturava i fili di paglia tra le mandibole laboriose, ed ella con un ramo fronzuto faceva opera di piet

Non tremare così, Santo Padre!... Veramente, lo so, tu non hai l'abitudine di volare sospeso, a questo modo, sulla crudele foresta dei tetti, sui loro colossali denti di sega, sui loro energici pendii dalle braccia tese verso gli abissi delle strade, peschiere in cui guizzano le lampade elettriche prese tra i fili loquaci del telefono....

Vampe e vampe a me salgono dal lastrico che sfioro, errando nel tramonto roseo. L’ultimo fischio echeggia dalle fabbriche, l’ultima rondin stride intorno agli embrici, l’ultimo sogno langue sui garofani dei davanzali, e van le lune elettriche sbocciando in alto, tra una rete ferrea di fili.

Ma rivederlo due mesi appresso era stata una cosa immensamente triste, per me. Dei fili d'argento erano spuntati in mezzo al nero velluto della sua capigliatura; un pallor terreo aveva trasfigurato il suo volto, e un fosco velo era calato su quegli occhi ove non ardevan più gli antichi lampi.

L'immaginazione senza fili, e le parole in libert

Donato segue sbadatamente coll'occhio quei voli, ascolta quelle ciancie, e si dimentica. La luce ha messo in rotta tutti i fantasmi paurosi, e sveglia la vita da per tutto; i monti par che si sollevino or ora dal piano, le querele e le acacie e gli alberelli e i fili d'erba si parano delle loro goccioline di rugiada per far festa al sole.

Quand'ero adolescente, io venivo ogni sera a mendicare oblìo sotto bassi soffitti, saturi di luce, seguìto da allegri compagni, l'uno a braccetto dell'altro, e coi Fumi, miei vecchi amici fedeli, agili e beffardi giocolieri d'azzurro vestiti e di grigio-perla, abilissimi nell'arte di far scomparire le apparenze con una piroetta, e d'imbrogliare i fili delle nostre memorie.

Grande frullo frullo frullo d'ali. Rimescolio, balzi e traslochi di pennuti. Si sveglia la bella Vluuruuum e si slancia al cancelletto. Tra i fili metallici, i due beccucci innamorati si incontrano, si sfiorano, sfiorano, sfiorano, sfiorano. Pagiolin è un maschio fiero, quasi un veterano del cielo.