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Se io da lui vo, vedrá le mie lacrime, sentirá e' mie' lamenti, udirá e' mie' preghi.. Or butteromegli ai piedi, or fingerò morire, or al collo le braccia li circunderò: e come sará mai crudele che a pietá di me non si mova? Le parole amorose, per li orecchi dal core ricevute, hanno piú forza che stimar non si può e alli amanti quasi ogni cosa è possibile. Cosí spero; cosí far voglio.

La luce in che rideva il mio tesoro ch'io trovai li`, si fe' prima corusca, quale a raggio di sole specchio d'oro; indi rispuose: <<Coscienza fusca o de la propria o de l'altrui vergogna pur sentira` la tua parola brusca. Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, tutta tua vision fa manifesta; e lascia pur grattar dov'e` la rogna.

DON FLAMINIO. Da cosí buona fortuna fo argumento che la cosa riuscirá assai netta. Conosco il capitano; ma come si sentirá beffato da te, ti fará una furia di bravate. LECCARDO. Ed io una furia di bastonate. DON FLAMINIO. Leccardo mio, come arò per tuo mezo conseguito il mio bene, arai sempre la gola piena e ornata di catene d'oro. LECCARDO. Purché non rieschino in qualche capestro!

Molto differenti gli do: alcuna volta do dilecto d'una allegrezza mentale; alcuna volta una contrizione e uno dispiacimento, che parrá che la mente sia conturbata in ; alcuna volta sarò ne l'anima e non mi sentirá; alcuna volta formarò la mia Veritá, Verbo incarnato, in diversi modi dinanzi a l'occhio de l'intellecto suo, e nondimeno non parrá che essa, nel sentimento de l'anima, el senta con quello calore e dilecto che a quello vedere le pare che dovesse seguitare; e alcuna volta sentirá e non vedrá grandissimo dilecto.

Però egli sentirá il maraviglioso e il terribile del romanzo dell'Eleonora; e l'idea della divinitá oltraggiata e della severitá onnipossente, che procede dalla giustizia di Dio, gli ingombrerá tanto l'anima, da lasciargliene una parte ben poca in preda ad altre riflessioni e ad altri affetti.

El quale more di fuora eccellentemente. Se cosí bene di drento more, non sentirá cosa che io gli faccia; e cognoscerollo a questo. Zas! Bene. Zas! Benissimo. Zas! Optime. Calandro! o Calandro! Calandro! CALANDRO. Io son morto, i' son morto. FESSENIO. Diventa vivo, diventa vivo. ! ! ché, alla , tu muori galantemente. Sputa in . CALANDRO. Oh! oh! uh! oh! oh! uh! uh!

CINTIA. Sará peggio, perché mio padre, sentendosi oltraggiato da mia madre per l'inganno usatogli, e poi oltraggiato da me nel fatto dell'onore, si sentirá due volte ingiuriato; stimerá ch'io spinta da amor di marito abbia concesso il mio corpo ad Erasto, ma ben da lascivo o disonesto appetito; onde, fatta rea e suspetta appo mio padre di un vano appetito, non si terrá per pago se mi strangolerá con le sue mani.

Or io l'ho tratto di tutti questi affanni; perché penso che questo sará stato medicina a farli uscir l'amor da le calcagna. Cosí non sentirá l'amare pene che lo facevan talor dare al diavolo. E non saria gran cosa che morisse da buon cristiano, un giorno, a lo spedale; onde sarebbe stato co' danari sempre un giudeo.

La luce in che rideva il mio tesoro ch'io trovai li`, si fe' prima corusca, quale a raggio di sole specchio d'oro; indi rispuose: <<Coscienza fusca o de la propria o de l'altrui vergogna pur sentira` la tua parola brusca. Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, tutta tua vision fa manifesta; e lascia pur grattar dov'e` la rogna.