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Io stimo che il vostro Trinca sia un gran trincato e buggiardo e volpe vecchia. PARDO. Dite voi che sia bugiardo? PEDOLITRO. Ho errato in dir bugiardo, ma bugiardone. PARDO. Voi accrescete l'ingiuria. PEDOLITRO. Anzi dico bugiardissimo; anzi tengo per certo che vi abbi beffato. PARDO. Non so che mi fa ostinato in saper la veritá di questo fatto.

LECCARDO. Per farvi saper la nuova piú saporita; ché si t'avessi detto cosí il tutto alla prima, non ti sarebbe piaciuta. Non solo aremo da Chiaretta quanto vogliamo; ma m'è venuto fra' piedi quel capitano balordo, innamorato di Calidora, il qual ci servirá molto a proposito, di modo che ci si trovará gentilmente beffato e vostro fratello tradito.

Aimè, che torto! Lúcia, ti prego, attende a quel ch'io dico. Non mi lasciare andar cosí istasera beffato a casa, ch'io ti do mia fede che te ne pentirai. FRONESIA. Oh! co! co! Parla a una testaccia, che v'ho steso sopra un fassoletto. FILOCRATE. Aspetto ancora alquanto, se ti muove piatá. FRONESIA. Puoi aspettare. Chi nasce matto non guarisce mai. Il mal tuo non è a lune. FILOCRATE. Deh!

DON FLAMINIO. Da cosí buona fortuna fo argumento che la cosa riuscirá assai netta. Conosco il capitano; ma come si sentirá beffato da te, ti fará una furia di bravate. LECCARDO. Ed io una furia di bastonate. DON FLAMINIO. Leccardo mio, come arò per tuo mezo conseguito il mio bene, arai sempre la gola piena e ornata di catene d'oro. LECCARDO. Purché non rieschino in qualche capestro!

Vengon da' motti ad un parlar che punge, ch'ad amenduo l'esser beffato preme. Fiammetta a' piedi lor si gittò, incerta di viver più, vedendosi scoperta.

Ah Forca ribaldo, ah figlio iniquo, ah traditore Alessandro! cosí sono da tutti voi egualmente beffato! Quando io diverrò savio, se a capo di sessanta anni mi lascio beffar da giovani?

Mariuccia non risponde nemmeno, è la prima a sparire, Costanza l'accompagna; si odono le loro voci fresche e festose che si allontanano gridando la buona novella; Donato non ha parole, si crede beffato da un'illusione, guarda l'ometto a bocca aperta, e l'ometto guarda lui con un sorriso incoraggiante. «Il signor Martino Bruscoli? balbetta il giovane.

Filocrate, cognosciuto il suo errore, esce vestito di sacco predicando ed, in penitenza del suo fallo, dilibera andare a San Iacopo di Galizia; ed è da Pilastrino e Fileno beffato e straziato. FILOCRATE vestito di sacco, PILASTRINO, FILENO. FILOCRATE. Troppo tardi, lasso! grande errore ho cognosciuto.

PARDO. Io credo che si se cercasse per tutto il mondo fra vecchi canuti il piú balordo, stordito, goffo e scimunito, che sarebbe da me di gran lunga avanzato di balordaggine e di sciocchezza, perché m'accorgo che sono stato beffato, aggirato da quel furfante di Trinca e da mio figlio.

La malinconia mi rode, la vergogna mi confonde, l'ira m'arde nel core, la gelosia mi boglie nell'anima. Ho melancolia che ho perduta l'innamorata, ho gelosia che altri la goda, ho sdegno che non m'ami, ho vergogna d'esser beffato; e se son vecchio ho il cervello giovane, e se ho la debolezza del corpo ho la prontezza dello spirito.