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Promisi al signor Treuberg di ritornare presto per riverire madama, e mi congedai portando meco l'ultimo sguardo di Violet, uno sguardo appassionato e triste in cui mi si abbandonava tutta per un lampo e mi ripeteva insieme: Non può essere, non può essere! Vissi fino all'indomani mattina come un malato di terzana ardente che lavora con la torbida fantasia e non sa bene se goda o se soffra.

Dilarghisi, figliuola, el cuore tuo, e apre l'occhio de l'intellecto col lume della fede a vedere con quanto amore e providenzia Io ho creato e ordinato l'uomo acciò che goda nel mio sommo, etterno bene.

La segue con gli occhi mentre ella esce col suo passo ondeggiante. La sorella lo prende per la mano. Mortella. Come l’ami! Bandino. Ah, non posso dire s’io ne goda o ne soffra. Vedi. Perché quell’ondeggiamento del suo corpo su que’ suoi piedi flessibili qualche volta mi può far tanto male? Quando la considero, sento che la sua bellezza m’adombra ma non ne ho riposo.

a poco a poco al mio veder si stinse: per che tornar con li occhi a Beatrice nulla vedere e amor mi costrinse. Se quanto infino a qui di lei si dice fosse conchiuso tutto in una loda, poca sarebbe a fornir questa vice. La bellezza ch'io vidi si trasmoda non pur di la` da noi, ma certo io credo che solo il suo fattor tutta la goda.

S'avvien ch'egli pur goda, ecco la Parca rumpelo al mezzo, e varca la vita, al sol qual nebbia o fumo al vento: stato penoso e miserabil tanto! Ch'altro che affanni e pianto, travagli, sdegni, lagrime, scontento attende uomo che nasce? e se lo move fortuna a qualche onor, morte vi 'l smove.

38 A chi'l petto, a chi'l ventre, a chi la testa, a chi rompe le gambe, a chi le braccia; di ch'altri muore, altri storpiato resta: chi meno è offeso, di fuggir procaccia. Così talvolta un grave sasso pesta e fianchi e lombi, e spezza capi e schiaccia, gittato sopra un gran drapel di biscie, che dopo il verno al sol si goda e liscie.

La malinconia mi rode, la vergogna mi confonde, l'ira m'arde nel core, la gelosia mi boglie nell'anima. Ho melancolia che ho perduta l'innamorata, ho gelosia che altri la goda, ho sdegno che non m'ami, ho vergogna d'esser beffato; e se son vecchio ho il cervello giovane, e se ho la debolezza del corpo ho la prontezza dello spirito.

Non comporterò mai che un tristo viva impunemente sotto un nome ed un grado non suo, che si goda un patrimonio ch'egli ha usurpato, e che abusando infamemente del sacro nome di padre, chiami figlio colui che dovrebbe rispettare per suo padrone. Giù quelle spoglie mentite, e fuori da questa casa in cui non vi entraste che vilissimo servo.

Oggi, a un disgraziato che non sappia come campare, purchè goda di forti protezioni, si elargisce un posto di scrivano straordinario. Vale a dire, non poca fame e molto lavoro. Il Governo papale, invece, dava un impiego di povero: ossia, l'ozio e parecchi baiocchi. La minestra dei frati era un di più: era la gratificazione, che lo scrivano straordinario, poveraccio, non ha.

ALTILIA. Però, anima mia, ho pregato voi prima che beveste, per aver io quel contento e provar io quella dolcezza che voi da me desideravate. GIACOMINO. Poiché il mio core è un eco del vostro core e l'un pensiero eco dell'altro, paggio, porta un bicchier grande, empilo tutto, acciò l'un goda della bevanda dell'altro. Deh, bevete per aggradirmi.