United States or Sweden ? Vote for the TOP Country of the Week !


CALANDRO. Fessenio! FESSENIO. Chi mi chiama? Oh padrone! CALANDRO. Or be', dimmi: che è di Santilla mia? FESSENIO. Di' tu quel che è di Santilla? CALANDRO. . FESSENIO. Non lo so bene. Pur io credo che di Santilla sia quella veste, la camicia che l'ha indosso, el grembiule, i guanti e le pianelle ancora. CALANDRO. Che pianelle? che guanti? Imbriaco!

E però sono rimasto con lei, perché tu scoperto non sia e perché ella vituperata non resti, che tu in un forziero entri e, portato in camera sua, insieme quel piacere prendiate che vorrete tutti a due. CALANDRO. Vedi che io non v'andrò coi piedi come dicevi. FESSENIO. Ah! ah! ah! accorto amante! Tu di' il vero, in fine. CALANDRO. Non durerò fatica, non è vero, Fessenio?

E sia certo che ad altri nol direi giá mai; ma a te son contento dirlo. Ma vedi, per tua , Calandro mio, che ad altra persona del mondo tu non lo palesi mai. CALANDRO. Io te giuro che io non lo dirò ad alcuno; ed anche, se tu vuoi, non lo dirò a me stesso. FESSENIO. Ah! ah! A te stesso sono io ben contento che tu 'l dica; ma solo ad uno orecchio, a l'altro non giá. CALANDRO. Or insegnamelo.

CALANDRO. E tu se' mai morto? FESSENIO. Oh! oh! oh! oh! Mille millanta, che tutta notte canta. CALANDRO. È gran pena? FESSENIO. Come el dormire. CALANDRO. Ho a morir, io? FESSENIO. , andando nel forziero. CALANDRO. E chi morirá me? FESSENIO. Ti morirai da te stesso. CALANDRO. E come si fa a morire? FESSENIO. El morire è una favola. Poi che nol sai, son contento a dirti el modo.

CALANDRO. ... lac... FESSENIO. Bu... CALANDRO. Bu... FESSENIO. ... fo... CALANDRO. ... fo... FESSENIO. ... la... CALANDRO. ... la... FESSENIO. ... ccio... CALANDRO. ... ccio... FESSENIO. ... or... CALANDRO. ... or... FESSENIO. ... te la... CALANDRO. ... te la... FESSENIO. ... do. CALANDRO. Oh! oh! oh! ohi! ohi! oimè! FESSENIO. Tu guasteresti il mondo.

Dammi la mano. CALANDRO. La mano e i piedi. FESSENIO. Parti che i pronti detti gli sdrucciolino di bocca? CALANDRO. Che c'è? FESSENIO. Che, ah? El mondo è tuo; felice sei. CALANDRO. Che mi porti? FESSENIO. Santilla tua ti porto, che piú te ama che tu non ami lei e di esser teco piú brama che tu non brami; perché gli ho detto quanto tu se' liberale, bello e savio. Uh! uh! uh!

Oh che maladetta sia tanta smemorataggine e si poca pazienzia! Ma, potta del cielo, non ti dissi pure ora che tu non dovevi gridare? Hai guasto lo 'ncanto. CALANDRO. El braccio hai tu guasto a me. FESSENIO. Non ti puoi piú scommetter, sai? CALANDRO. Come farò, dunque? FESSENIO. Torrò, in fine, forziero grande che vi entrerai intero. CALANDRO. Oh! cosí .

CALANDRO. E dove si scommette l'omo? FESSENIO. In tutti e' luoghi ove tu vedi svolgersi: come qui, qui, qui, qui... Vuo' lo sapere? CALANDRO. Te ne prego. FESSENIO. Tel mosterrò in un tratto, perché è facil cosa e si fa con un poco d'incanto. Dirai come dico io; ma in voce summissa, per ciò che, come tu punto gridasse, tutto si guasteria. CALANDRO. Non dubitare.

FESSENIO. Calandro, marito di Fulvia tua amorosa e padrone mio posticcio, che castrone è e tu becco fai, mentre che tu, li passati, da donna vestito, Santilla chiamatoti, andato da Fulvia e tornato sei, credendo che tu donna sia, si è forte di te invaghito e pregatomi che io faccia che egli ottenga questa sua amorosa: la qual sei tu.

Come se noi non cognoscessimo questo ipocrito poltrone! che ci ha tutti turbati in modo che io narrare tu ascoltar potremo certa bella cosa di Calandro. LIDIO. Di', di'; ché con questa dolcezza leverem l'amaritudine che ci ha lassata Polinico. LIDIO, FESSENIO servo. LIDIO. Or parla.