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EROTICO. O maladetta sia Sulpizia!

per ch’io dissi: «Maestro, esti tormenti crescerann’ ei dopo la gran sentenza, o fier minori, o saran cocenti?». Ed elli a me: «Ritorna a tua scïenza, che vuol, quanto la cosa è più perfetta, più senta il bene, e così la doglienza. Tutto che questa gente maladetta in vera perfezion gi

Fuggi presto, scampa la forca che ti sta al presente innanzi agli occhi e non la vedi: ogni cosa è birri e pregione e manigoldo per te, e guai a te se non voli! Vo' cercargli la mancia. Padrone, allegrezza allegrezza! PANDOLFO. Le allegrezze non ponno capir in me ripieno di tante calamitá, ché la maladetta fortuna mi ha colmato di tante miserie.

Quivi Caligola sbarcò prima di morire. «Si trovò dice Plinio un piccolo pesce, chiamato remora, appeso all'albero maestro della galera che portava Caligola da Astura ad Anzio e ciò venne considerato come presagio della sua prossima fine». Astura mala terra, maladetta! Noi pure, innocenti viaggiatori, doveva costringere a precipitosa fuga, a noi pure doveva far provare ambasce di morte.

ché la gente che fonde a goccia a goccia per li occhi il mal che tutto ’l mondo occupa, da l’altra parte in fuor troppo s’approccia. Maladetta sie tu, antica lupa, che più che tutte l’altre bestie hai preda per la tua fame sanza fine cupa! O ciel, nel cui girar par che si creda le condizion di qua giù trasmutarsi, quando verr

"Maladetta gotta! Dio mi perdoni, perchè la gotta si può maledire senza scrupolo di coscienza; ma la contrizione l'avr

ALBUMAZAR. Ho visto mille appicati in vita mia, ma non ho veduto la piú maladetta e scommunicata fisonomia e ciera della tua; e se tu fossi un poco piú alto da terra, direi che sei stato appicato giá. Ma se ben mi ricordo, vidi l'altro giorno uno che s'andava scopando per la cittá: o tu sei esso o egli te. CRICCA. S'ho cattiva cera di fuori, dentro ho buono miele.

Che legge maladetta è questa! ARTEMISIA. Eh, sorella, queste leggi se le han fatte gli uomini a lor modo; se toccasse a noi, ce le faressimo al nostro. Ma assai siamo noi infelici per ora: senza che andiamo rammemorando le nostre sciagure, ragioniamo di altro. Ditemi di grazia, se parlate mai di me col vostro fratello. SULPIZIA. Sempre di voi. ARTEMISIA. Che dice su questo fatto?

si contentano della signoria de nostri corpi, se non sono tiranne dell'anima ancora; e vogliono che commettiamo idolatria in amar loro, come si fussero dèe. E quando il diavolo per lor mezo fece peccar l'uomo, ci lasciò quella maladetta diabolica ambizione d'esser adorate come lui; lasciano di tormentarci mai, se non vedono che sono adorate.

SPEZIALE. Che consigli io ho dato contro te? dove ti conobbi mai? ho detto di sua moglie, non di te. SANTINA. Io son sua moglie. SPEZIALE. Che sapevo io che tu eri sua moglie? certo, che è assai piú di quello che lui n'ha raccontato. Un'altra volta oggi in questa maladetta casa ho patito disgrazie e ne son stato maltrattato!