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Quant’ esser convenia da lucente quel ch’era dentro al sol dov’ io entra’mi, non per color, ma per lume parvente! Perch’ io lo ’ngegno e l’arte e l’uso chiami, nol direi che mai s’imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia; ché sopra ’l sol non fu occhio ch’andasse.

Valga d'esperïenza il raggio tardo, In che forzatamente oggi m'aggiro, Ad oprar alfin , che più gagliardo A tua bellezza s'erga il mio desiro, E nulla tanto da' mortali io brami, Quanto ch'ognun tuoi pregi scorga ed ami! La legge tua non è d'irto rigore, Sol le idolatre passïoni abborri: Lunge che a te dispiaccia amante cuore, Ad un cuor fatto gel più non accorri.

Narrar vo' solo ad essi i miei tanti delitti: altro non chieggo: tanto impetrami; va. Dell'onta mia lieta a gioir venga Poppea; l'aspetto. SENECA E che vuoi far? OTTAV. Morir; sugli occhi loro. SENECA Che parli?... Oimè! tel vieterá, se il brami... OTTAV. E un gran dono da Neron vogl'io? Ad altri il chieggo; e spero...

Io a lei me ne vo; voi in ordin vi mettete. LIDIO femina. Va' e torna, ché in punto ci troverrai. FANNIO. Lidio, avíati. Io, or or, drieto a te ne vengo. Ruffo, duo parole. RUFFO. Che c'è? FANNIO. Io ti dirò un secreto tanto a proposito di questa cosa quanto tu mai immaginar non potresti. Ma guarda che tu non lo dica, poi. RUFFO. Non mi lassi avere Dio cosa che io brami, se io ne parlerò giá mai.

L'autore dell'opuscolo pare, a come parla, abbastanza informato di quel che la Francia può e vuole; pare che creda e brami far credere un pensiero maturato, non mutabile per ostacoli gi

«Oh, questa è a udir cosa nuova», rispuose, «che gran segno è che Dio t’ami; però col priego tuo talor mi giova. E cheggioti, per quel che tu più brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a’ miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli più di speranza ch’a trovar la Diana; ma più vi perderanno li ammiragli». Purgatorio · Canto XIV

FESSENIO. Samia, questa cosa del negromante è pazzia. Se brami salvare la padrona, torna a casa e, con buon modo, leva de l'andito, se alcuno per sorte vi fusse. SAMIA. Farò quel che di'; ma guarda che la cosa non se ruini affatto. FESSENIO. Non temer. Va' via. LIDIO femina. Eimè!

|Alcuni de' piú vecchi|. Oh tempi! Oh tempi! |Grisostomo|. Dichiaro inoltre che qui si tratta di un dramma a cui mancano le due unitá di tempo e di luogo, e che nondimeno è dramma bello e buono quanto qualsisia altro. |I vecchi come sopra|. Oh bestemmia! E, poste le mani alle orecchie, partono inorriditi. |Grisostomo|. Non v'è piú nessuno che brami d'andarsene?

Ma per chi brami d’aver particolare contezza di quel che avvenne dipoi delle persone e dei luoghi che vi ricordammo; e perchè si sappia quali furono i fonti storici d’onde fu tratto, e che nella tessitura di esso potemmo conservare senz’alterarli, vi abbiamo aggiunto le seguenti notizie.

E cheggioti, per quel che tu piu` brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a' miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli piu` di speranza ch'a trovar la Diana; ma piu` vi perderanno li ammiragli>>. Purgatorio: Canto XIV