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Dopo poco rintoppai il nostro tenente Ricci, che aveva domicilio e stanza d'ordini su quella piazza. Il generale è contentissimo di voi Mi disse con la soddisfazione sul volto Dovreste fare un ordin del giorno? Chi?... io? No... Miquelf... O non sei tu il comandante il deposito?

Son della bara funerale ai lati Con torchi in man pel nuovo di languenti Due lunghi ordin d'uomini incappati Che han nei cappucci le fronti dolenti, I cappucci in due parti traforati Apron le viste ai loro occhi piangenti. LA PIA, Leggenda di B. Sestini. Albeggiava appena in cielo il giorno ed ancor tutti nell'abituro di Falco dormivano profondamente allorchè ne venne bussata con forza la porta.

Giá la ricreazione aveva presta don Gualtier, mansionario diligente; posta in ordin di torcie una tempesta, e ciocche di cristallo risplendente, non dico del Briati, che non c'era, ma di Buemmia, cariche di cera. Tavolin, ghiridoni, tavolieri e carte e sbaraglin per tutto sono, sedie co' lor piumacci ed origlieri d'oro, ch'ognuna valea quanto un trono.

Trovo memorie di certo veleno, di certi ordin secreti scellerati, che ammorzan quasi il plettro nel mio seno; pur i miei fogli esser denno imbrattati di relazion da fare il gozzo pieno a' mascalzoni affamati e assetati, che con lor voci chiocce van gridando, seguita la sentenza o dato il bando.

Ogni nobile petto ha reverenza Di giuste leggi, ed egualmente abborre La non volgare e la volgar licenza, Che dritto vanta, e ad ingiustizia corre: Ei sa, che se perfetta sapïenza Giammai non puossi a leggi umane, imporre, Pur son tal ordin, senza cui la terra Sarìa di tigri sanguinosa guerra.

Van per la verde valle e s'inseguono, Salgono il clivo in ordin lento I retti tronchi, la rupe sfidano, Sfidano il vento. Carche di folgori dal ciel le nuvole Scendon, ma i tronchi salgono ancora, Traendo il gracile filo, dell'aquila Alla dimora Il pie' confitto nella vulcanica Roccia, fedeli soldati all'erta, Dell'uom la scossa alma trascinano Per la deserta

Io a lei me ne vo; voi in ordin vi mettete. LIDIO femina. Va' e torna, ché in punto ci troverrai. FANNIO. Lidio, avíati. Io, or or, drieto a te ne vengo. Ruffo, duo parole. RUFFO. Che c'è? FANNIO. Io ti dirò un secreto tanto a proposito di questa cosa quanto tu mai immaginar non potresti. Ma guarda che tu non lo dica, poi. RUFFO. Non mi lassi avere Dio cosa che io brami, se io ne parlerò giá mai.

Quest'uomo a' nostri riputato, che sbigottiva il popol saracino, pe' nuovi libriccini s'è ridotto a viver con la cabala del lotto! E brevemente, per andare in traccia della bizzarra, han posto ordin tra loro. Ognuno dalla stalla il caval caccia. Orlando non avea piú Brigliadoro: non è da dimandar se ciò gli spiaccia. Frontin non è piú vivo.

Disciolto il vago sogno, esco pei campi sotto la neve e nella nebbia occulti, quasi occulto a me stesso o a me sol noto quanto basta per dir: son un che piango, Per il nudo deserto in ordin mesto mi seguono, lasciando dietro un solco di tristezza nel pian candido, i morti pensieri della vita e quei che all'alba del primo gioco giovanil sereni nunzi di glorie e fantasie di pace all'innocente cor disser le prime insidie e quelli che al maturo senso schiusero il mito delle eterne cose. E seguon lagrimando, angeli vinti nella breve battaglia intorno al vinto lor signore, le rotte ali strisciando alle ruvide spine. Escono al pianto nostro dalla socchiusa urna del Tempo l'Ore cadute, che passar nel regno della mia vita luminose o brune, e ognuna a ricordar alza la voce quel che gi