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Chiama il prete Gualtieri: Deh! t'accosta, dicendo, ed il cartel gli dava aperto. Don Gualtier legge. Il caso del duello non vo' dirvi per or, ch'è troppo bello. Il duello non segue per la mente di don Gualtier. Marfisa è screditata. La corregge Ermellina. Agiatamente Gano sen muore in forma inaspettata. Bandito è Filinor: resta furente Marfisa e fuor di modo disperata.

Eran le stanze tutte quante piene: piú non sapea Terigi dove attendere: per gl'inchin riscaldate avea le rene, e non ha piú ceremonie da spendere. In gran faccende è don Gualtier dabbene, che avea le cere tutte fatte accendere; ed è per tutto, e grida che si smoccoli e si raccolga il gocciolar de' moccoli.

Che guadagnava una pidocchieria a insegnar per le case con affanno, bastando appena la mansioneria per i suoi vizi due mesi dell'anno. Se non guadagno qualche cortesia dicea Gualtier con arte e con inganno nelle inframesse o per alcun raggiro, credimi, Guottibuossi, egli è un martíro. Don Guottibuossi gli rispose: Basta, proccuriam ch'abbia effetto la faccenda.

O ella vuol tenervi per la canna; vi sarete scoperto un gran coniglio: o qualche sgarbo usato le averete, perché talor molto civil non siete. Disse Terigi: Gualtier, no, perdio, sempre dellillustrissima» le ho dato, e sono stato attento. Gesú mio, voi sapete in qual modo ho pur trattato! E cominciava di lagrime un rio, e a fare un ceffo molto difformato.

Particolar invito era a Parigi d'una conversazion famosa appieno, che dava in casa il marchese Terigi alla sua sposa dal viso sereno; e aveva detto a don Gualtier: Dirigi tu la faccenda, e fa' che nulla manchi perché non mi dileggin questi franchi.

Don Guottibuossi don Gualtier ripesca e trova scuse, e gridano tra preti: rattaccónanla un tratto, e quattro e diece; ma alfin non c'è piú stoppa piú pece. Era un di quaresima, e nel duomo per il predicator v'era gran piena, ché si teneva inarrivabil uomo per eloquenza e mente e voce e lena.

Vittorie di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi di scontento tra i baroni siciliani e il re. Parlamento in Messina; ove Giacomo è chiamato alla successione, e ordinato il governo. Movimenti repressi da Alaimo. Gualtier da Caltagirone. Partenza di Pietro per Catalogna. Ottobre 1282 a maggio 1283.

E vi dirò che Guottibuossi e seco Gualtier da Mulion, famosi erranti, perché sapeano un po' latino e greco, andaron preti e a servir di pedanti. E quell'altra notizia anche vi reco, che preti, e co' caratter sacrosanti, servian d'altri servigi lordi e goffi prete Gualtieri e prete Guottibuossi.

Marco e Matteo dal Pian di San Michele, ch'eran torrenti della poesia, a don Gualtieri accendevan candele perché Terigi a un d'essi l'ordin dia. A Matteo don Gualtier non fu fedele, e con il patto che divisa sia la mancia tra Gualtieri e il vate Marco, a questo fece rimaner l'incarco.

E don Gualtier nel mio romanzo voglio che sia preso da birri in una piazza, posto in berlina, al petto con un foglio che dica: «Stuprator d'una ragazza»; ché ad ogni modo ha riscosso e fa imbroglio, ed ha condotto un mio pari alla mazza. Nel mio romanzo la berlina è poco: vo' rallegrarmi a condannarlo al foco.