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Tu, dopo il Dio che s'umano in tuo seno, Sei l'Ente più benefico del mondo; La nobil Eva in cui non fu veleno; La vincitrice dello spirto immondo; L'umano cor che al divin Rege appieno Gradì, perchè in amar fu il più profondo: Tu sei la donna in sua perfetta altezza; Degli Angioli e di Dio sei l'allegrezza!

So che alcuna per non poter soffrir tanto martello, o col veleno o co' ferri o col precipitarsi in un pozzo, ha dato fine a acerbi dolori. Or ecco l'arte mia, ecco l'aiuto che vi porgo.

lo emulo Benedetto sperimentava la fortuna meno acerba, però che Carlo VI al parere del Parlamento e della Sorbona avendo pubblicato uno editto che ordinava ai sudditi Papa, ed antipapa mandassero alla malora se prima dell'Ascensione non si fossero accordati, Benedetto indracandosi lo intimava ad abbuiare l'editto; se no, guai! E il re di rimando lo dichiarava nientemeno che scismatico, eretico ostinato, perturbatore della Chiesa di Dio, con altre siffatte galanterie che i re fino da cotesto tempo avevano rubato alla bottega del Papa. Allora chi piglia per un verso, chi per un'altro: Gregorio si commette a Carlo Malatesta di Rimini ed intima il Concilio a Ravenna; Benedetto va in Arragona, e convoca a sua posta il Concilio a Perpignano; il terzo Concilio intanto faceva le sue faccende a Pisa dove deposti Benedetto e Gregorio elessero Papa un Pietro Filardo, che volle appellarsi Alessandro e fu V di numero: poco visse, e corse fama credibile, raccolta eziandio dagli scrittori chiesastici, che morisse di veleno ministratogli da Baldassare Cossa legato di Bologna, non avendolo alla prova rinvenuto quale ei lo desiderava arrendevole. Se a sostituire il Cossa al morto Alessandro contribuisse lo spirito santo arduo è a sapersi; certamente vi ebbe parte il terrore delle armi stipendiate dal Cossa. Dal Concilio di Pisa ne uscì questo di bene che invece di due Papi d'ora innanzi furono tre, che si misero a straziare la Chiesa per modo, che peggio non avrieno potuto fare i Saraceni; e qui considerando come i Papi con poca e punta autorit

In una cittá, in cui i vizi giungono di gran lunga a preponderare sulla virtú, comunicano il loro veleno anche in quelle persone le quali dovrebbero con l'esempio e con la forza e la facondia d'una logica efficace combattere e fugare il vizio medesimo.

Motto esplicativo di mille oscure tragedie della vita, non meno triste, anzi assai più triste di quelle che finiscono con un veleno o con un colpo di pistola; tragedie che tormentano lunghe esistenze, e non hanno neppure il compenso di destare interesse e commozione attorno a loro. Magro compenso! esclamò Punzi.

Ma Diana si stringeva nelle spalle. Ben altro ella pensava. Quando, come, Bebè aveva assorbito il veleno ch'ella non riusciva ancora a eliminare dal sangue? Era stato quel giorno, al Pincio, allorchè, sparito il sole, la temperatura s'era abbassata d'improvviso? O il germe fatale era gi

Sentite, riprese Rosen dopo qualche intervallo di silenzio, se io potessi morire di veleno, dopo il fatto di ieri, dopo che si conosce a Montdidier la mia qualit

Il conte pensava anche a quella donna morta, a quanto dicevasi, di veleno a Venezia, e si sentiva tratto a fantasticare su quella circostanza; ma cessò presto dall'occuparsene. Sapeva che non bisogna mai lasciarsi trasportare dalla immaginazione, che può condurre lontanissimo dal vero, e fare scorgere misteri, laddove non sono che cose naturalissime.

La noia è come il veleno della vipera: guai se ci lasciamo cogliere dal sonno! E per fuggire al fumo tu vai ad abbrustolire nelle braci arrischiò il buon zio, che aveva sempre una delicata paura di offendere la irritabile suscettibilit

Trovo memorie di certo veleno, di certi ordin secreti scellerati, che ammorzan quasi il plettro nel mio seno; pur i miei fogli esser denno imbrattati di relazion da fare il gozzo pieno a' mascalzoni affamati e assetati, che con lor voci chiocce van gridando, seguita la sentenza o dato il bando.